IL CASO
Crack Gisowatt: tutti a giudizio
Diciassette alla sbarra coi fratelli Sozzi dopo le accuse di evasione e corruzione. I due imprenditori puntano allo sconto di pena
Sottrarre all'erario beni e capitali, a fronte di un debito verso il fisco di oltre 5,5 milioni di euro, corrompere forze dell'ordine per far transitare da Malpensa qualsiasi cosa di cui avessero bisogno, mantenere anelli di collegamento con esponenti della 'ndrangheta: questo il modus operandi contestato ai fratelli Gianfranco ed Emanuele Sozzi, titolari della Gisowatt.
Ieri mattina l'udienza preliminare davanti al gup Nicoletta Guerrero e oltre a loro due sono finiti alla sbarra altri diciassette imputati, ossia la mamma Luisa Panozzo, Giovanna Codoro, i poliziotti Adriano Pinna, Luigi Empirio, Cosimo Bersano e Salvatore Calignano, i commercialisti Massimiliano Frontini e Carlo Bianchi, Giorgio Clerici, Francesco De Marte, Roberto Tripepi (questi ultimi due, personaggi attigui alle cosche calabresi), Angelo Paoliello e Salvatore Ferrigno, Simona Nunes, Antonio Borghi e Giuseppe La Regina.
Diverse le scelte processuali abbozzate finora, a partire da Paoliello che è latitante dal giorno in cui i carabinieri della compagnia di Saronno fecero irruzione nelle case degli indagati con l'ordinanza cautelare e le manette: lui riuscì a scappare in pigiama, mentre le perquisizioni domiciliari erano in corso e da quel 14 maggio nessuno ha più notizie di lui.
In ogni caso il suo avvocato, Francesca Cramis, ha chiesto per lui il rito abbreviato. Stessa scelta effettuata da La Regina e Tripepi, che hanno subordinato il rito all'escussione di Emanuele Sozzi.
I due imprenditori, difesi dagli avvocati Cesare Cicorella e Paola Boccardi, hanno chiesto il patteggiamento, subordinato al risarcimento del danno.
Nei prossimi giorni dovranno accordarsi con il pubblico ministero Pasquale Addesso sull'entità, l'indirizzo è però di tre anni e quattro mesi per Emanuele - reo confesso - e due anni e sei mesi per Gianfranco, che è ancora in carcere.
Patteggiamento anche per Borghi, Pinna, Clerici e Nunes.
Necessario comunque puntualizzare che il pm Addesso non ha ancora prestato il consenso per nessuno degli imputati che ha scelto di concordare la pena.
Nessuna decisione processuale invece è stata presa da Bersano e Calignano - poliziotti di Como i cui avvocati hanno sollevato l'eccezioni di incompetenza territoriale - da Empirio, dai commercialisti e da Panozzo e Codoro.
Termine ultimo per qualsiasi determinazione sarà martedì 10 febbraio, giorno in cui è stato riaggiornata l'udienza e in cui il gup definirà gli eventuali patteggiamenti e gli abbreviati.
Lunedì 9 febbraio, invece, Gianfranco Sozzi sarà in aula davanti al giudice monocratico Luisa Bovitutti per ascoltare la sentenza sull'altra vicenda giudiziaria che lo ha coinvolto, ossia una presunta frode al fisco per un milione e 200mila euro.
Il pubblico ministero Addesso al termine della requisitoria ha chiesto due anni e mezzo di reclusione più varie sanzioni accessorie e soprattutto la confisca di beni immobili per 178mila euro.
Gli avvocati Cicorella e Fausto Moscatelli puntano ovviamente all'assoluzione, così come da richiesta conclusiva dell'arringa di settimana scorsa.
Qualsiasi siano i verdetti, una cosa è certa: la settimana di San Valentino non sarà delle più semplici per la famiglia gorlese.
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