CRIMINALITÀ
Rubano il rame: disabili al buio
Furto all’ospedale di Cuasso, ma per riuscire nell’intento i ladri hanno tagliato anche i cavi elettrici

Rubano del rame, tranciano i cavi elettrici e lasciano al freddo e al buio una comunità che ospita nove disabili con deficit intellettivo medio-grave. Il pronto intervento dei responsabili e delle autorità interpellate per un aiuto ha evitato il peggio, ma l’episodio ha riacceso i riflettori sul “grande malato” della Valceresio: l’ospedale di Cuasso al Monte, abbandonato ormai da decenni, a parte la parentesi della riapertura per curare i pazienti Covid.
È avvenuto nei giorni scorsi, quando ignoti si sono introdotti nella vasta area del complesso sanitario, situato in mezzo alla faggeta cuassese e lontano dai centri abitati, per rubare del rame. Durante l’operazione, sono stati tranciati dei cavi elettrici, che hanno staccato l’elettricità anche alla “Comunità del sorriso”, situata vicino al nosocomio. E così, con temperature non lontane dallo zero termico, la struttura gestita dal Gruppo Agape, che ospita una ventina tra pazienti e operatori del personale, è rimasta al gelo e senza luce. In un primo momento si è pensato a una mancanza temporanea di corrente, poi a un guasto facilmente risolvibile, ma alla fine si sono scoperti i cavi tranciati e, di conseguenza, che sarebbe servito molto più tempo per ripristinare la situazione. E così, come conferma Giovanni Resteghini, sindaco di Bisuschio e presidente dell’assemblea dei sindaci del Distretto sanitario di Arcisate, gli ospiti della struttura sono stati portati, grazie anche all’intervento del Comune di Cuasso al Monte, nel teatro del paese e, quindi, al caldo, trascorrendo la giornata tra qualche attività ludica e di animazione. Nel frattempo i tecnici dell’Asst hanno sistemato il danno e, così, la Comunità del sorriso è potuta rientrare a casa.
«Questo problema è stato risolto - commenta Resteghini - ma restano i problemi di sicurezza legati alla struttura. Di solito di lì transitano escursionisti e fungiatt ma, come si è visto anche in altri casi, il non utilizzo dell’ospedale richiama anche dei delinquenti, come avvenuto in questo caso. Come minimo, per ora servirebbe un cancello che consenta di passare dall’ingresso principale soltanto alle persone legate alla comunità». Ma, chiaramente, tutto cambierebbe se l’ospedale di Cuasso dovesse, un giorno, riaprire.
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