SANITA’
Bimbi prematuri: cure, carezze e l’importanza dei genitori
L’ospedale Del Ponte di Varese modello. Agosti: «Mamma e papà parte integrante delle cure». Palazzo Estense illuminato di viola

I genitori possono stare in terapia intensiva h24, cioè giorno e notte, accanto ai loro piccoli. Cioè ai bimbi nati prematuri o che soffrono di altre patologie. «Non si tratta di buonismo o di un atto di carineria, i genitori sono parte integrante delle cure» dice Massimo Agosti, presidente neoeletto della Società italiana di neonatologia (Sin) e direttore della Neonatologia e Terapia intensiva neonatale all’ospedale di Del Ponte. E qui, a Varese, da anni si è “avanti” su questo fronte, con le family room e con tutti quei meccanismi di apertura della Terapia intensiva neonatale, Tin, (30 posti, di cui 20 di subintensiva) che non dividono i neonati da mamma e papà.
«NON SOLO VISITATORI»
«I genitori rappresentano per noi una risorsa preziosa e un aiuto nella cura dei lori figli - continua Agosti -. Dobbiamo lavorare affinché ovunque in Italia si promuova la necessaria apertura h24 delle Tin: non devono esistere centri con orari limitati e ridotti, i genitori non sono semplici visitatori».
Domenica si è celebrata la Giornata mondiale della Prematurità, ma a Varese l’attenzione su quanto viene offerto ai piccoli (e alle loro mamme, grazie alla Ginecologia del professor Fabio Ghezzi) durerà virtualmente una intera settimana. La facciata di Palazzo Estense è infatti illuminata di viola, per volere della Sin che vuole garantire a livello nazionale «accesso a cure di qualità ovunque».
Il servizio completo sulla Prealpina di oggi, martedì 19 novembre
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