ASSOLTO IN APPELLO
Cuveglio, lancia il polpo al pescivendolo
Il pesce non era fresco. Ma sull’identità del presunto aggressore non c’era certezza
Tutta colpa del polpo, uno dei prodotti ittici più apprezztii.
Lo voleva assaporare anche quel cliente che era solito fare la spesa nel punto vendita di Cuveglio di una nota catena di supermercati. Aggirandosi tra gli scaffali, aveva gettato un occhio nel reparto del pesce fresco e si era fatto convincere a prenderne uno dietro l’assicurazione che fosse morbido e gustoso.
IL POLPO PUZZA
Una volta a casa, il cliente aveva però scoperto che l’acquisto non era all’altezza delle attese. Anzi, altro che mollusco prelibato: appena scartato, il polpo aveva subito emanato un cattivissimo odore. E quando lo aveva messo in padella per la cottura era stato ancora peggio.
IL RITORNO AL SUPER
Così era ritornato al super e, senza perdersi in convenevoli, aveva tirato quel polpo mezzo cotto e immangiabile all’addetto che in precedenza lo aveva convinto a comprarlo. Non solo: stizzito dalle giustificazioni abbozzate dal pescivendolo di fronte alle sue rimostranze, il cliente aveva ben presto perso le staffe e lo aveva spintonato a terra.
CONDANNA E ASSOLUZIONE
Per quella vicenda è stato condannato a nove mesi dal Tribunale di Varese un residente della Valcuvia con una fedina penale tutt’altro che immacolata. L’accusa? Esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Tuttavia, l’appello, curato dall’avvocato Paola Bardelli, haribaltato il verdetto di primo grado, regalando all’imputato l’assoluzione.
econdo la Corte d’Appello di Milano non stata raggiunta la prova che fosse proprio lui il cliente che aveva cercato di farsi giustizia da solo dopo essersi ritrovato con un polpo andato a male. È vero, l’aggressore era calvo, proprio come lui, ma né la vittima né il suo collega di reparto, testimone dell’accaduto, avevano saputo offrire ulteriori dettagli utili al suo riconoscimento. Per esempio, l’aggressore aveva una macchia marcata sul capo, ma nessuno dei due aveva fatto accenno a quel particolare. Detto fuori dai denti, lo avevano riconosciuto solo perché le forze dell’ordine, che in passato avevano già avuto a che fare con quel soggetto fumantino, avevano mostrato loro le sue foto. Insomma, un riconoscimento agevolato, per non dire indotto. Non certo sinonimo né garanzia di certezza della reale identità del cliente violento.
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