L’INCIDENTE STRADALE
In moto contro una barca: processo
Automobilista che trasportava un natante deve rispondere di lesioni colpose
In sella sua moto si andò a schiantare contro una barca: volò per qualche metro, atterrando sull’asfalto e riportando lesioni che lo costrinsero a un mese e mezzo d’ospedale e altri otto mesi di convalescenza.
Proprio così, non avete letto male. E non siamo su una spiaggia o in un porto turistico, ma su una strada nel bel mezzo della Valcuvia.
Già, perché il motociclista che il 5 ottobre del 2018 percorreva la pericolosa Statale 394 da Cuveglio in direzione di Rancio si trovò davanti proprio un’imbarcazione.
Non “parcheggiata” in mezzo alla strada, ma su un carrello che la stava trasportando in una vicina rimessa.
Per quell’incidente, ora è sotto processo in Tribunale a Varese il conducente della Suzuki Vitara che trainava il carrello, un uomo di Porto Ceresio.
Il motociclista ha raccontato ciò che successe quel giorno: «Ero sul rettilineo, ho superato la macchina di un mio amico , poi mi sono trovato davanti quell’auto con attaccato un carrello per le barche, che arrivava dalla direzione opposta e stava svoltando a sinistra. Sono andato addosso al carrello, poi non ricordo più nulla. Mi hanno detto che ho perso il casco e sono volato dall’altra parte della strada».
Per quel sorpasso azzardato, finito contro la barca, il conducente della due ruote fu anche multato dalla polizia locale. Mentre l’assicurazione dell’auto lo ha risarcito per le ferite, con 65mila euro, riconoscendogli il 50% di responsabilità.
Adesso, però, tocca all’automobilista rispondere del reato di lesioni colpose per quella manovra che ha contribuito a causare l’incidente. Ma la sentenza non arriverà prima di settembre, quando dovrà essere sentito un ultimo testimone.
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