«Non licenzio nessuno: con fatica tengo duro»
Il titolare della torcitura Tfs rassicura i dipendenti

In tutto il territorio compreso tra Valcuvia e Luinese sono rimaste in tre: la Tfs, Torcitura Fibre Sintetiche a Garabiolo, nata nella prima metà del Novecento come setificio e convertitasi al settore sintetico-artificiale nel 1959, la Sartorio a Cavona, operativa dal 2018 e la Torcitura della Valcuvia, presente a Cuveglio dal 1925. Della diffusa rete industriale che in questo ambito del Varesotto e nel corso del secolo passato era impegnata nel tessile con una dozzina di aziende, non è rimasto altro a parte la Mascioni di Cuvio, presente dalla fine degli anni Cinquanta, che però opera sulla lavorazione diretta dei tessuti, tintura e stampa compresi. Linee produttive che fra anni Quaranta e Sessanta davano lavoro a centinaia di operai, oggi garantiscono lo stipendio a poche decine. Il fulcro del sistema occupazionale locale è insomma ridotto al lumicino pur garantendo un’alta qualità del prodotto e anche questa è la fotografia della crisi economica in cui si dibattono Valcuvia e Luinese. «Il mercato di questo comparto è da tempo in crisi e certezze per i prossimi due decenni non ve ne sono», ammette Luigi Reina, titolare della fabbrica di Cuveglio, località Canonica. I contatti con l’amministrazione comunale per una eventuale cessione dell’area in caso di chiusura, di cui s’è scritto nei giorni scorsi, vengono in parte confermati, ma allo stesso tempo Reina avanza delle precisazioni importanti: «Non abbiamo alcuna intenzione di chiudere totalmente i battenti e questo lo assicuro per tranquillizzare sia i circa venti dipendenti (erano un centinaio mezzo secolo fa, ndr) sia i fornitori e le aziende che a nostra volta riforniamo. Detto questo, ribadisco che i tempi sono duri e che esiste la possibilità di liberare per scopi pubblici una parte dei circa 7mila metri quadri su cui si sviluppa la torcitura che, per conto terzi, rifornisce marchi importanti quali Zara e Armani. Da qui, però, a chiudere tutto ce ne passa».
Lavorazione del filato sintetico (nylon e poliestere, fibre derivate dal petrolio) ed artificiale (acetto e viscosa che derivano dalla cellulosa) potrebbero dunque convivere, se e quando i tempi saranno maturi, col progetto di palestra ipotizzato dall’amministrazione comunale. Vedremo come si svilupperanno le trattative, comunque sui binari giusti dopo che il Pgt appena approvato ha cancellato la precedente clausola secondo cui, per riconvertire l’area, si dovesse chiudere del tutto la torcitura.
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