IL FILM
Da Besozzo a Venezia, il filo rosso di Arianna
L’attrice 22enne sul red carpet alla Mostra del Cinema

«Comandante è un film bellissimo ma riconosco di essere troppo coinvolta per dare un giudizio oggettivo. Ritrovare i compagni di set è stato emozionante. In quel contesto poi... Non mi vergogno di dire che mercoledì sera ho pianto».
Lacrime di gioia per Arianna Di Claudio, 22 anni, attrice di Besozzo, che, alla sua prima volta alla Mostra del Cinema di Venezia, si è presentata sul red carpet indossando un abito di tulle con ricamo e pailettes firmato Mario Dice. Lo ha fatto con gli altri componenti del cast del film di Edoardo De Angelis, in concorso, che ha inaugurato la kermesse al Lido e sarà nelle sale dal primo novembre.
Che cosa l’è piaciuto della première?
«Tutto. Non ero mai stata a un Festival del Cinema neppure da spettatrice e trovarmi davanti a un mondo così è stato fantastico. Merito di artisti, fotografi, spettatori e posto. Trovandomi bene, ho deciso di restare ancora qualche giorno».
Cosa ha provato a vedersi sul grande schermo?
«Difficile spiegarlo, la parte è davvero piccolissima, giusto un’apparizione ma sono felice. Interpreto Angelina, un’infermiera che bacia il fidanzato, soldato in partenza con il sommergibile agli ordini del comandante Salvatore Todaro, impersonato da Pierfrancesco Favino».
Com’è arrivata a Comandante?
«Grazie a un’audizione, segnalatami dalla Black and White Management. Ero a casa, a Besozzo, ho preso un treno al volo per Roma e sostenuto il provino. Mi hanno chiesto di cantare Un’ora sola ti vorrei, l’ho fatto. Dopo un paio di giorni hanno telefonato dicendomi che facevo parte del progetto».
Giocando in casa perché delle sue doti di cantante si parla molto e da tempo. Suo scopritore è stato Cesareo. A proposito, la segue ancora?
«Sì, è il mio agente musicale. Canto e suono il piano sin da bambina. Spero di avere un giorno una parte che mi permetta di dimostrare tutto ciò che so fare».
Anche sua madre, Silvia Sartorio, è attrice. Lei è cresciuta a pane e teatro. Quest’educazione ha influito sulla sua vita?
«In bene, certo. Mamma sostiene che mi allattava durante le prove. La mia memoria non arriva fino a quel momento ma le credo. La ringrazio per avermi voluto in ogni suo spettacolo al Duse. Devo però a papà il mio primo film, Ricomincio da tre, di Massimo Troisi. Lo guardammo in tv e lui rideva come un pazzo. Belle, sane risate. Mi sono rimaste in mente».
Anche se ritorna spesso a Besozzo, lei ora vive a Roma. Come si trova?
«Bene, frequento la gente di cinema e di teatro, più o meno della mia stessa età. Comuni passioni, tante idee in testa e una capacità incredibile d’inventarsi un lavoro anche quando non c’è».
Al suo attivo ha già la serie Penny on M.A.R.S. ma com’è andata sul set di De Angelis?
«Nel modo più bello possibile. Si respirava aria di amicizia e di amore. Abbiamo girato l’ottobre scorso a Taranto. Quando l’altra sera ci siamo ritrovati a Venezia sembrava ci fossimo salutati solo il giorno prima».
C’è un’attrice che ritiene un modello da seguire?
«C’è un’attrice che adoro, è Claudia Cardinale ma la ritengo assolutamente inimitabile per bravura e per bellezza. Penso alla sua Claudia in 8½di Federico Fellini o all’Angelica de Il gattopardo di Luchino Visconti».
Nomi e titoli abbastanza sorprendenti per una giovanissima...
«Se è per questo, conosco bene anche Le pistolere, un western di Christian-Jaque in cui Claudia Cardinale è in guerra con Brigitte Bardot. Il fatto che sia uscito trent’anni prima che io nascessi non mi ha affatto impedirlo di vederlo. E di apprezzarlo».
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