SANITA’
Da Gallarate a Somma Lombardo, l’allarme dei medici di base
Lettera a Regione e Asst: «Rete informatica inefficiente, non si può lavorare»

Dal primo luglio non sarà più in servizio la dottoressa Clara Sapini: la lettera con cui ha formalizzato la data è di poche settimane fa. Dall’estate scenderanno così a 28 i medici di base attivi a Gallarate e, se i dati sul portale dell’Azienda sociosanitaria territoriale sono aggiornati, ne rimangono cinque sul territorio cittadino che hanno la possibilità di accogliere altri mutuati. Il “se” a proposito del portale non è una questione di sfiducia nel sistema: il settore della medicina di base è passato solo all’inizio di quest’anno dall’Ats alle Asst e dunque è ragionevole interpretare questi primi mesi come una fase di rodaggio, con qualche dato in in corso di aggiornamento.
Al di là del numero, è certo che i medici di base siano in allerta. Ieri, martedì 23 aprile, i referenti delle aggregazioni funzionali territoriali che riuniscono i sanitari dell’area di Gallarate, di Cassano Magnago e di Somma Lombardo, Michele Bisaccia, Maria Pisciotta e Giorgio Parolini, hanno scritto una mail sia ai propri riferimenti all’interno dell’Asst Valle Olona, sia alla segreteria dell’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso. L’obiettivo è mettere in evidenza un problema pratico che appesantisce e rallenta il lavoro di quanti ogni giorno fanno da filtro tra la popolazione e gli ospedali. Il tema sollevato è quello della rete informatica utilizzata dal Servizio sanitario ed è tutt’altro che banale, visto che l’attività è sempre più spesso gravata dalla burocrazia. Nella loro lettera i medici parlano di «inefficienza del sistema informatico e della rete che dovrebbe supportarlo», che «rallenta e rende inutilmente più onerosa la nostra attività».
Chiaro che tra i destinatari del messaggio ci sia l’Asst Valle Olona perché ad essa ora fanno capo i medici di base, ma la questione è generale. Legato in particolare a Gallarate nella lettera c’è un riferimento agli ospedali, laddove si parla di «utenza già prostrata da una crescente perdita di servizi degli ospedali presenti sul nostro territorio e dalle evidenti difficoltà di un sistema sanitario regionale che fatica a soddisfare le necessità della popolazione».
Di qui un appello: «Il sostegno alla medicina territoriale ha bisogno di un aiuto concreto», proseguono i tre medici di base, «chiediamo di dare segnalazione del nostro disagio a chi di dovere per risolvere definitivamente questo problema, a beneficio del nostro operato e conseguentemente della qualità dell’offerta erogata ai nostri assistiti. Tutti noi comprendiamo e abbiamo da tempo accettato quanto la burocrazia sia divenuta parte integrante della nostra attività. Siamo quindi disposti ad affrontare questo carico di lavoro, ma ci aspetteremmo che Ats, Asst e Regione ci mettano a disposizione dei mezzi informatici consoni a sostenere l’enorme carico burocratico che grava oggi sulle nostre spalle». Invece, viene sottolineato nel documento, «quasi quotidianamente il nostro lavoro è rallentato e ostacolato da disservizi». Questo si traduce in «lunghe attese telefoniche» con i centri assistenza che distolgono i dottori dalla «normale attività». Ovvero, dalle persone da curare.
«Ad oggi», assicurano Bisaccia, Pisciotta e Parolini, «i disservizi sono progressivamente in aumento per numero, frequenza e durata».
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