LE INDAGINI
Quindici giorni a caccia d’una prova
Salvo cambi di rotta, il Parco Mantegazza resterà chiuso fino al 28 febbraio: si scava alla ricerca del coltello che uccise Lidia Macchi 29 anni fa

Quindici giorni di chiusura. Questa è la richiesta, o meglio l’ordine, della Procura generale di Milano al Comune di Varese, proprietario del Parco Mantegazza, ovvero dell’area verde circostante il Castello di Masnago sotto sequestro ”da lunedì 15 febbraio. Il cartello provvisorio che per ore è rimasto a segnare la chiusura repentina, per depistare i curiosi, riporta, all’ingresso di via Cola di Rienzo, la scritta «Manutenzione straordinaria». Immaginare però i militari dell’Esercito italiano in veste di giardinieri addetti a un orto contrassegnato da bandelle biancorosse è l’unica divagazione al sorriso d’una vicenda tragica.
Nei prati attorno al parco giochi per bambini, potrebbe infatti essere stato seppellito il coltello servito per uccidere Lidia Macchi, 29 anni fa.
Questo il convincimento del magistrato che coordina le indagini per omicidio aggravato dalla violenza sessuale, riaperte con l’arresto, da parte della Squadra Mobile di Varese, di Stefano Binda, il quarantottenne di Brebbia che con Lidia condivise un triennio di conoscenza e di frequentazione scolastica al Liceo classico Cairoli di Varese ma anche nelle file di Gioventù studentesca, diramazione giovanile di Comunione e Liberazione.
Per quindici giorni, dunque, i militari dell’Esercito italiano scaveranno, utilizzando il metal detector, come hanno cominciato a fare dalla mattina di lunedì 15 febbraio: l’area verde del parco è già stata divisa in corridoi d’esplorazione e già diverso materiale da sottoporre ad analisi più approfondite, è stato estratto dal terreno.
La decisione di scavare nel parco segue la testimonianza, riportata in esclusiva dalla Prealpina nelle settimane scorse, di Patrizia B. ovvero la cinquantunenne, negli Anni Ottanta amica di Lidia e di Stefano Binda, che sostiene che quest’ultimo si fosse fatto da lei accompagnare, nei giorni successivi all’omicidio della studentessa, proprio al Parco Mantegazza, dove avrebbe lasciato un sacchetto di carta dall’ignoto contenuto. Forse il coltello servito per uccidere Lidia? Il dubbio di Patrizia è stato fatto proprio dal sostituto pg Carmen Manfredda. Gli scavi al Parco Mantegazza ne sono la diretta conseguenza alla ricerca della verità e della prima prova incontrovertibile di quest’anomala inchiesta.
Per quanto riguarda la fruizione delle aree comunali, una nota di Palazzo Estense spiega che resta aperto, da martedì 16 febbraio con i consueti orari, il Museo civico del Castello di Masnago, cui si può accedere dal cancello situato in fondo a via Cola di Rienzo, con parcheggio consigliato nella zona di via Bolchini, accanto alla chiesa parrocchiale di Masnago. Il personale del Comune di Varese sarà invece a disposizione delle forze dell'ordine per garantire una migliore logistica alle operazioni di ricerca intraprese dalla magistratura.
Ampi servizi sulla Prealpina di martedì 16 febbraio.
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