IL CASO
Difende due donne: picchiato
A processo il trentenne bustese che mandò all’ospedale un senzatetto in stazione
A volte è meglio farsi i fatti propri, girarsi dall’altra parte, fingere di non vedere. Deve averlo pensato il clochard aggredito e picchiato in stazione da un italiano che tra l’altro conosceva.
L’uomo, un trentenne difeso dall’avvocato Sergio Bernocchi, ora è a processo davanti al giudice Roberto Falessi con l’accusa di lesioni gravi.
La colpa del barbone sessantaduenne? Ergersi a paladino della giustizia. Aver cioè cercato di difendere due ragazze che l’imputato stava insultando e pestando.
La vicenda risale al 5 agosto del 2015. L’anziano viveva da circa sette mesi nel rifugio dei senza tetto di piazza Volontari della Libertà e molti erano i volti ormai familiari. Intorno alle 19.30, mentre si trovava accanto all’edicola, notò una di quelle tante facce note, quella del trentenne finito a giudizio. Stava camminando spedito verso le scale che conducono sotto il ponte e non era solo. Ad accompagnarlo c’erano due venticinquenni, che cercavano di stargli dietro. Lui però urlava, sbraitava. Il barbone lo sentì pronunciare insulti pesanti poi lo vide spintonare le giovani con rabbia, gettandole a terra. E subito dopo il trentenne bustese - già noto alle forze dell’ordine anche per precedenti specifici - iniziò con le botte. Il clochard, da vero galantuomo, corse verso di lui per fermarlo, per difendere le vittime. Afferrò l’uomo per un braccio, cercando di allontanarlo affinché le due si potessero mettere in salvo. Il trentenne però non prese bene quell’ingerenza: «Lasciami stare se no ti spacco la faccia», minacciò. E poi partì una raffica di sberle contro l’homeless, scaraventato sull’asfalto con brutalità e violenza. I suoi compagni di sventura, ospiti anche loro del rifugio, assistettero alla scena, qualcuno lo aiutò a rialzarsi, qualcun altro chiamò la polizia. Gli accertamenti partirono subito, nel frattempo il senza tetto venne visitato all’ospedale dove gli vennero diagnosticate tumefazioni e sublussazioni giudicate guaribili in venticinque giorni. E pensare che lui, disperato fantasma della stazione, voleva solo aiutare due ragazze in pericolo.
Accadde davanti
alla stazione centrale
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