TARANTO
Domani incontro al Mimit su accordo di programma ex Ilva

(ANSA) - TARANTO, 11 AGO - È fissato per domani alle 11 al
Mimit l'incontro in presenza tra il ministero, la Regione Puglia
e gli enti locali (Comuni di Taranto e Statte, Provincia di
Taranto) per discutere l'accordo interistituzionale di programma
sull'ex Ilva. A seguire, il ministro Adolfo Urso incontrerà i
sindacati alle 14 e, alle 15.30, le associazioni datoriali
dell'indotto siderurgico: questi ultimi due appuntamenti
dovrebbero svolgersi in videocollegamento. Saranno fornite
informazioni su decarbonizzazione e ripresa produttiva.
Domani non è prevista alcuna firma da parte del Comune di
Taranto né della Provincia sull'accordo proposto dal Mimit,
articolato su due ipotesi di decarbonizzazione. Tuttavia,
sindacati e ambientalisti attendono di conoscere la posizione
del Comune, che ha annunciato una nuova proposta.
Fonti del ministero precisano che "il ministro è disponibile
a incontrare i sindaci di Taranto e Statte e il presidente della
Provincia di Taranto, se fosse richiesto, prima della riunione
del 12 agosto al Mimit, ma eventualmente anche in presenza del
presidente della Regione Puglia". Il ministro vuole chiarimenti
sul no dell'amministrazione all'accordo, anche nella versione
dei tre forni elettrici (rimandando a un successivo incontro
l'approfondimento sul polo Dri), e sul Consiglio comunale
previsto per oggi e poi annullato.
Secondo il Mimit, l'incontro sarà occasione per "consentire
alle autorità locali di esprimere con compiutezza e nella sede
istituzionale preposta, di fronte alle altre autorità nazionali
competenti, le proprie posizioni in merito al piano".
Intanto, il presidente di Peacelink Alessandro Marescotti
sollecita Bitetti a confermare il no all'accordo: "È
assolutamente da respingere - afferma - l'idea di 'altri 5 anni'
di tre altoforni rimessi in funzione al massimo della loro
produzione. Non ha alcun fondamento scientifico dire che la
variabile tempo viene ridotta 'al minimo' e poi scoprire che
questo minimo è di 5 anni. Cinque anni sono un danno
significativo per i polmoni e per il clima". (ANSA).
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