LA SENTENZA
L’amante, i ricatti, la droga: incubo finito per una 40enne
Gallarate, estorsioni e minacce a una donna e al suo compagno: marocchino condannato a 2 anni e mezzo

Una storia di tradimento, di cocaina e di estorsioni nella Gallarate del pre-Covid. Il cattivo della situazione? Un marocchino, oggi trentaduenne, condannato anche in Appello a due anni e mezzo di carcere per tentata estorsione aggravata ai danni della sua ormai ex amante e del compagno di lei.
LA VICENDA
Sarà stata la prospettiva di regalarsi una botta di vita, un diversivo a un ménage più che collaudato o chissà cos’altro ancora, sta di fatto che una donna di 40 anni, legata stabilmente con uomo molto più grande di lei, decise di buttarsi in una relazione extraconiugale con un giovane di una dozzina anni più giovane. Una pazzia d’amore? Forse all’inizio. Ben presto, però, quel colpo di testa diventò un incubo in piena regola. Anche perché l’amante, oltre a introdurla ben presto al consumo di cocaina - sostanza di cui il nordafricano faceva abbondante uso e che, già che c’era, più di una volta spacciava - in men che non si dica la cominciò a vessare con continue richieste di denaro. Prima la scusa era di aiutarlo a pagare una bolletta, a contribuire alla spesa o un regalino alla figlioletta avuta da una precedente relazione. Poi, le richieste si fecero via via sempre più pressanti. E per un bel po’ la donna lo assecondò. D’altronde, le sembrava di non avere molta scelta: «Guarda che se non mi dai i soldi, vado a dire al tuo compagno che vieni a letto con me e sniffi di continuo…», le diceva.
«ESTORSIONE SUBDOLA»
«Siamo di fronte a una condotta estorsiva dalle modalità particolarmente subdole e deplorevoli in ragione della vulnerabilità della vittima», avrebbe scritto in seguito in sentenza il Tribunale di Busto Arsizio. Una condotta che si protrasse per diversi mesi a scapito della donna incapace di uscire da questo vortice di droga e minacce. Non appena provò ad allontanarsi, l’amante la tampinò con le solite, reiterate richieste di denaro aspettandola sotto casa o tempestandola di messaggini. Lei un po’ lo respingeva, un po’ lo andava a cercare, anche se, ma lo si è scoperto in seguito, una volta la riempì di lividi. Impossibile però reggere a quella pressione e, soprattutto, a quei ricatti a cadenza quasi quotidiana, tanto più che il conto ormai era quasi in rosso e l’utilizzo dello stupefacente l’aveva portata sull’orlo di una crisi di nervi e a chiedere il supporto del Sert.
LA CONFESSIONE
Così, un giorno di ottobre del 2020 la donna, dopo che il marocchino le aveva urlato a squarciagola sotto la finestra di casa nel cuore della notte, prese coraggio e rivelò tutto al compagno. Fu una botta, ma l’uomo volle ugualmente starle vicino. Quando la donna disse al marocchino che tra loro due era finita e che aveva raccontato tutto al suo uomo, il nordafricano non fece una piega e prese a indirizzare le proprie richieste estorsive al suo compagno. Con le stesse modalità. Se possibile, ancora più violente. Se si fosse rifiutato di consegnargli il denaro richiesto, infatti, il nordafricano lo minacciò dicendogli che avrebbe svelato ai vicini la vita segreta della compagna; che avrebbe fatto in modo di farlo licenziare dal lavoro; e che, aspetto non secondario, lo avrebbe ammazzato di botte. Tuttavia, l’uomo si mostrò senza paura. Non solo non gli diede un centesimo, ma convinse anche la sua donna a denunciare il marocchino. Buon per lui che la sua vittima non è riuscita a provare le reiterate dazioni di denaro, altrimenti la pena a suo carico sarebbe stata decisamente più elevata per un fatto, per dirla con i giudici, «di grave allarme sociale».
© Riproduzione Riservata