IL CASO ARTISTICO
Bozzetti di Michelangelo in Valceresio
Collezionista privato ritrova due disegni del Buonarroti: indagine sull’autenticità

Due disegni, un biglietto e una suggestione: due bozzetti attribuibili a Michelangelo Buonarroti alla sua scuola ritrovati in Valceresio?
Un’ipotesi affascinante, relativa a uno dei più grandi artisti della storia, che ha creato capolavori come la volta della Cappella Sistina, il Giudizio universale, il Tondo Doni, la Pietà, il David, piazza del Campidoglio e molto altro ancora.
Davvero due disegni preparatori del maestri sono rimasti nascosti per secoli e ora rispuntano in una collezione privata?
Tutte le ipotesi sono aperte.
Si tratta, come detto, di bozzetti che ritraggono il volto di due opere scultoree del Buonarroti, ovvero Lo schiavo ribelle, una figura marmorea conservata nel Museo del Louvre a Parigi, mentre l’altro sarebbe un dettaglio del viso della statua principale della tomba di Giuliano de’ Medici, duca di Nemours, facente parte delle creazioni per la Sagrestia Nuova in San Lorenzo a Firenze.
Il primo ha uno sguardo che esprime il dolore di chi è in prigionia e cerca di sfuggire al proprio destino, tendendo ogni muscolo a metà fra la ribellione e l’arrendevolezza.
Il secondo, invece, appare in un atteggiamento di fierezza, dovuto al suo rango nella società.
Entrambi i bozzetti “valceresini” sono stati realizzati con la tecnica della sanguigna e sono stati accostati, anche se la critica non si è ancora ufficialmente espressa, a Michelangelo quasi per caso.
«Comprammo questi due disegni in un mercatino a Milano per circa 300 euro – racconta il collezionista valceresino che chiede di restare anonimo -. Quindi li riponemmo in una una cassetta di sicurezza all’interno di un istituto di credito e lì sono rimasti per anni, fino a quando abbiamo chiuso il conto».
I bozzetti erano incorniciati e, togliendo la cornice, ecco la sorpresa.
Sul retro era stato posizionato un biglietto con una descrizione in inglese che, sostanzialmente, sembrerebbe attribuire i disegni a Michelangelo.
Secondo chi ha redatto la nota in inglese, ovvero un non meglio identificato D. Mc Holes, «soprattutto Giuliano De’ Medici ha un “orecchio che soltanto Michelangelo avrebbe potuto disegnare».
Anche il collezionista valceresino, dopo essersi ripreso dall’emozione per la possibilità di avere per le mani due disegni di assoluto pregio e valore, è tornato a osservare le sculture originali.
«Sono opere che conoscevo - spiega - ma, stavolta me le sono guardate per bene, a lungo e dal vivo. La corrispondenza è impressionante. E anche con alcuni miei conoscenti esperti d’arte, senza sapere nulla, hanno detto che potevano assomigliare a quelle realizzate dalla mano del Carracci o, appunto, del Buonarroti».
«Per approfondire e verificare una possibile attribuzione - afferma ancora il collezionista - sono stati avviati dei contatti con esperti. Vediamo che cosa ci diranno».
Il ritrovamento sarebbe particolarmente singolare perché, come si legge nel sito internet di Casa Buonarroti, il Vasari racconta che Michelangelo, prima di morire a Roma nel 1564, «aveva bruciato gran numero di disegni, schizzi e cartoni fatti di man sua, acciò nessuno vedessi le fatiche durate da lui et i modi di tentare l’ingegno suo, per non apparire se non perfetto».
Anche per quest’ansia di perfezione dell’artista, la sua opera grafica risultò subito rara e ricercata: tanto che Leonardo da Vinci riuscì a comprare solo a caro prezzo sul mercato romano, un gruppo di suoi disegni.
Si tratta probabilmente dei fogli che intorno al 1566 lo stesso Leonardo avrebbe donato a Cosimo I dei Medici, insieme alla Madonna della Scala.
Fra i superstiti di questo tesoro, potrebbero ora aggiungersi anche lo Schiavo ribelle e il Giuliano de’ Medici della Valceresio.
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