SCUOLA
Due varesine in Senato per la legge sui plusdotati
Audizione della psicologa Valeria Resta e della pedagogista Maria Chiara Moneta. In ogni classe c’è un alunno con alto potenzialità cognitivo

La psicologa Valeria Restae la pedagogista Maria Chiara Moneta, entrambe varesine, rappresentanti della società Mind Room, sono state convocate ieri, martedì 9 aprile, in audizione al Senato per dare il loro contributo ai decreti di legge 180 e 1041. Si è discusso in merito al tema dell’alto potenziale cognitivo nella settima Commissione di Palazzo Madama.
PLUSDOTAZIONE
Con il termine plusdotazione intellettiva o alto potenziale cognitivo ci si riferisce ad una capacità cognitiva eccezionalmente superiore alla media dei pari età. Il 2% della popolazione, infatti, ottiene ai test cognitivi un quoziente intellettivo maggiore o uguale a 130 (indice di plusdotazione), ma ben il 5-8% ha risultati superiori a 120 (alto potenziale cognitivo). In Italia, negli ultimi anni, la conoscenza del fenomeno ha iniziato a diffondersi sia tra professionisti (psicologi, pedagogisti, neuropsichiatri, pediatri) sia all’interno dell’ambito scolastico.
UNO IN OGNI CLASSE
Da questi dati si può dedurre che, mediamente, può esserci almeno un bambino gifted (dall’inglese “che ha un dono”) in ogni classe. L’alto potenziale cognitivo non deve essere considerato né una fortuna, né una condanna: è solo una delle tante neuro-diversità da accogliere e sostenere anche a scuola. Alcuni stereotipi dominanti infatti portano a credere che questi siano bambini più fortunati di altri e avranno vita più facile perché dotati di maggiore intelligenza.
In realtà non è così. Diversamente da altri, questi bambini possono fatica “a trovare il loro
posto nel mondo” quando si percepiscono diversi dai compagni e non sanno spiegarsi il perché.
In linea di massima, si tratta di bambini che ci sorprendono per la precocità con cui si pongono una serie di domande di senso sul significato o sul funzionamento delle cose. Sono estremamente curiosi e desiderano tenacemente capire e approfondire, sono pieni di interrogativi e di esigenze intellettuali complesse. Se trovano un ambiente favorevole, sembra quasi che non vogliano più abbandonare questa fase e portano con sé il gusto e il fascino della scoperta fino a diventare eterni e sofisticati investigatori di tutti i loro interessi. Imparano più velocemente degli altri e in modo differente: sono in grado di gestire grandi quantità di informazioni contemporaneamente e la complessità favorisce il loro apprendimento.
Altre caratteristiche: notano i dettagli e possiedono una capacità di osservazione e una memoria eccezionali. In alcuni casi questi bambini possiedono un’elevatissima sensibilità emotiva e una forte propensione alla risposta agli stimoli sensoriali.
DIDATTICA PERSONALIZZATA
Nei contesti formativi è importante che venga garantita l’inclusione con una didattica personalizzata maggiormente rispondente ai loro specifici bisogni, così da evitare il rischio di noia, disaffezione e abbandono scolastico o sviluppo di difficoltà a livello emotivo o comportamentale.
L’intervento preventivo e di supporto sono propedeutici ad evitare la fuga dei cervelli alla ricerca di opportunità che spesso mancano in Italia.
Dunque questa tema è stato affrontato in commissione del Senato dalle due professioniste varesine, rappresentanti della società Mind Room e referenti del progetto Mind for Talent, con la loro equipe da anni formano i docenti delle scuole e supportano le famiglie dei bambini ad alto potenziale cognitivo, sviluppando azioni di identificazione precoce, valutazione, orientamento e potenziamento, al fine di proporre un intervento “integrato” sul territorio. Nelle prossime settimane verranno proposti un webinar gratuito per addetti ai lavori ma anche per tutte le persone interessate al tema.
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