IL FILM
È Varese o no?
La "mappa" del Capitale umano di Virzì: la città giardino regala spunti anche... giornalistici

"Noi tutti siamo dei lettori appassionati delle tue severe recensioni sulla Prealpina", dice il direttore del teatro (Luigi Lo Cascio) rivolgndosi alla giornalista (Federica Fracassi); "Sono finito anche sulla prima pagina della Prealpina" per detenzione di sostanze stupefacenti, racconta Luca a Serena; Serena poi consulta prealpina.it e Ossola legge la prima pagina di un’edizione creata apposta per il film.
Forti tinte "prealpine", quindi, nel film di Virzì. Ma non solo: gli occhi dei varesini più attenti, avranno sicuramente notato che in numerose scene, la location scelta è una zona proprio della loro città. I più distratti o inesperti, invece, si chiederanno: è Varese o no?
Guardando Il capitale umano sono tanti gli scorci della nostra città che si riconoscono chiaramente e altri che invece ci lasciano il dubbio.
Ecco perché abbiamo ripercorso la mappa dei luoghi del film con il varesino Guido Ranza, colui che ha individuato e proposto a Paolo Virzì le location del Capitale umano, girato in città in sette giorni tra febbraio e giugno 2013.
Varese compare quasi subito: curva in piazza Repubblica, passa davanti al Comune e gira in via Marzorati il cameriere in bicicletta, che viene però investito in un paesino del Milanese. È chiaramente piazza Repubblica a Varese, con lo sfondo della caserma, quella dove si incontrano Serena e Luca. È invece ad Arese la villetta a schiera dove vive il protagonista Dino Ossola-Bentivoglio e dove legge la Prealpina.
È a Varese, nei locali dell’ex Credit Suisse dove ora c’è un negozio di abbigliamento, all’angolo tra via Broggi e via Veratti, la banca dove Ossola chiede il prestito di cui si pentirà all’amico interpretato da Gigio Alberti. È a Varese piazza Beccaria, dove passa Valeria Bruni Tedeschi accompagnata dall’autista nei suoi giri in centro.
La ricca signora Bernaschi è quella che più percorre le strade della città: ha bloccato il traffico anche in piazza Monte Grappa e ha infilato una serie di "vaffa" scendendo da via Marzorati alla rotonda dello stadio, tallonata dall’auto condotta dalla comparsa varesina Emiliano Crespi, purtroppo "scomparsa" nel montaggio del film. Corso Matteotti, il salotto buono di Varese, ospita l’immobiliare Ossola di proprietà di Bentivoglio e si vede anche in una scena notturna. È in via Vetera a Varese la galleria di Francesco Bucaro, che nella finzione si chiama Crosetti e in cui fa capolino per un istante anche il proprietario vero, che trattiene la proprietaria del film interpretata da Silvia Cohen (a Varese anche in Un amore di donna di Nelo Risi, 1987).
Ancora una Varese riconoscibile: quella dello storico bar la Cupola di fronte alla chiesa della Brunella, dove si incontrano i protagonisti giovani del film. La villa dei Bernaschi è invece a Fortunago (Pavia), una tenuta hollywoodiana con tanto di piscina interna ma senza campo da tennis: quello che appare nel film accanto alla casa è in realtà a Erba, con una torretta antica che ricorda un po’ la nostra Velate. La scena finale è ambientata nel carcere di Bollate. La scuola privata frequentata dai ragazzi è la Scuola Tedesca di via Legnano a Milano. La panoramica su Varese che appare in una scena del film è stata girata dal tetto dello stabile che ospita Confartigianato, davanti alle Ferrovie dello Stato. Il teatro Politeama, chiuso, è invece a Como. L’esterno della casa popolare dove abita l’intellettuale interpretato da Luigi Lo Cascio è a Varese nel quartiere Masnago, quella di Luca è alla Barona di Milano. L’ospedale non è il vecchio Circolo di Varese ma il Sacco di Milano.
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