L’ATTRICE
Innamorata di Maria Rossi
Elisabetta Pellini al cinema in “Stato di ebbrezza” sulla vita della celebre cabarettista: «Il mio ruolo più difficile interpretare una ninfomane»

«Sicuramente il ruolo più difficile nella mia carriera, almeno fino a questo momento».
Elisabetta Pellini sintetizza così la sua parte in “Stato di ebbrezza”, film diretto da Luca Biglione attualmente nelle sale, misteri della distribuzione permettendo.
«Interpreto Luisa, una ninfomane, donna davvero malata di sesso. Al punto da non riuscirsi a trattenere nemmeno quando davanti si trova Babbo Natale, non proprio quello vero ma un uomo che è vestito da Santa Claus e le riserverà una sorpresa».
Una parte che non dispiacerebbe a Lars von Trier («è un maestro del cinema, parliamone»), particolarmente sensibile al tema come ben sa l’attrice inglese Mia Goth, altra che, grazie all’imminente “Suspiria” di Luca Guadagnino, per qualche mese ha respirato aria varesina. Naturalmente mai come l’attrice di Luvinate che, pur abitando da tempo a Roma, torna ogni volta che le è possibile.
“Stato di ebbrezza” racconta una storia vera, quella di Maria Rossi, cabarettista di successo costretta a uno stop, non solo dal lavoro, per problemi di alcolismo.
«Alla fine viene ricoverata in un istituto dove ci sono pazienti con altro tipo di dipendenze. Come la mia Luisa».
Con Francesca Inaudi, protagonista, e forte della presenza di Andrea Roncato (da tempo convincente nei ruoli drammatici come lo era ai tempi di Gigi e Andrea in quelli comici), di Mietta e della stessa Maria Rossi, il film, non privo di momenti forti, è anche un invito a riflettere sulla fragilità di chi vive sotto i riflettori e più in generale sulla fragilità umana.
Di Reggio Emilia, talento comico evidente, voce di ruggine, Maria Rossi piaceva molto al pubblico, faceva ridere, una caduta (non solo metaforica) cambiò le regole del gioco. Trattamento sanitario obbligatorio e poi la lunga ricerca dell’uscita del tunnel. Alla fine trovata.
Maria Rossi, che ha collaborato alla sceneggiatura del film (in clinica c’era davvero anche una ninfomane), ha conosciuto la popolarità soprattutto grazie al Maurizio Costanzo Show e a Zelig. Prima di approdare da quelle parti si è però più volte esibita al Caffè Teatro di Verghera di Samarate.
«In qualche modo - spiega Maurizio Castiglioni, a lungo patron di quella straordinaria culla del cabaret italiano - ne è stata padrona di casa. È accaduto nel 2004 quando abbiamo portato in tv “Tisana Bum Bum”. Si trattava di una sit com in cinque puntate, girate appunto al Caffè Teatro. Mi piace ricordare come la regia fosse di Max Croci. di Busto Arsizio, poi autore di ben tre film e come nel cast figurassero almeno due artisti poi sulla cresta dell’onda: Virginia Raffaele e Giuseppe Giacobazzi».
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