EQUITAZIONE
Puricelli, passione senza tempo

Piazza di Siena, corre l’anno 1983. Due soli atleti al barrage della gara di potenza: lo svizzero Willy Mellinger e un giovane cavaliere italiano. Oltre seimila persone assistono all’emozionante sfida che si gioca su due soli salti e che tiene tutti col fiato sospeso. L’idolo di casa, in sella al suo Pentagon III, supera senza difficoltà la triplice (un salto invitante a 195 centimetri) e poco dopo il muro, posto a ben 230 centimetri. L’arena romana è una bolgia, gli applausi sono tutti per lui, Emilio Puricelli, cavaliere originario di Busto Arsizio, in grado di scrivere una delle pagine più belle nella storia di Piazza di Siena.
«Dopo il Gran Premio, la potenza era la gara più importante di ogni concorso - racconta proprio il cavaliere che ora è un apprezzato istruttore nazionale -. Nessuno aveva mai saltato un’altezza del genere, ricordo un’esultanza incredibile e grandi festeggiamenti: ci fu un’invasione di campo, mi misero a sedere sul muro e mi rubarono anche le stinchiere del cavallo».
Puricelli ha un legame speciale con Piazza di Siena: lì due anni dopo, nel 1985, fu tra i protagonisti del successo azzurro in Coppa delle Nazioni. «In passato Piazza di Siena era il clou, tutto il resto veniva dopo. Montare in Coppa a Roma era il massimo - prosegue Puricelli -. Impedoumi era formidabile, mi dava sicurezza nonostante la grossa pressione di montare un cavallo della Federazione, le aspettative nei nostri confronti erano alte. Dopo il primo giro abbiamo capito che le cose andavano bene, avevamo la gara in mano ed è stato bellissimo: pressione, adrenalina ma una grande soddisfazione davanti a 5.000 persone».
Puricelli, che è stato gentleman nel trotto e commentatore tv, ha anche montato per la scuderia di San Patrignano, che negli anni ‘90 rappresentava il top nel salto ostacoli. «È stata un’avventura equestre di primissimo livello - ammette - Ho iniziato nel ‘93 ed ero nella scuderia più forte al Mondo; per sette anni è stato un piacere, un onore e una esperienza incredibile anche dal punto di vista personale e umano. Ho toccato con mano una realtà altrimenti inimmaginabile e conosciuto storie incredibili».
Nel 2000 Puricelli ha però chiuso anzitempo la sua carriera. «Per una artrosi dell’anca - ricorda non senza rammarico - Sentivo molto dolore, per 4 anni sono stato in balia delle decisioni dei medici ma poi ho dovuto arrendermi. Fu una decisione sofferta, essere ai concorsi e vedere gli altri montare è stata dura». Ora Emilio ha la sua scuderia, il Pentagon Riding Club a Cardano al Campo. «Con mio figlio Francesco gestisco il maneggio, abbiamo dei clienti, qualche cavallo giovane e il lavoro da istruttore mi piace». E lì prova a trasmettere ai giovani la grande passione di uomo che non ama il grigio («sono così: o bianco o nero» dice di sé). «Organizzare stage per i ragazzini è come fare due giorni di lezione con un professore universitario agli studenti delle elementari: non serve a nulla. Le lezioni vanno fatte agli istruttori».
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