IL CASO
Eredita la casa, ma non è sua Colpa del diritto di superficie: un castellanzese fa scoppiare il caso in via Marconi. Coinvolti una ventina di appartamenti

Va dal notaio dopo la morte del padre e scopre che la casa da lui ereditata ha un vincolo: non era pienamente nella proprietà del genitore perché, quando l’aveva acquistata dal Comune, il prezzo di vendita non comprendeva il diritto di superficie. Facile immaginare la sua reazione: «Diritto di superficie?», deve avere esclamato, confuso. Il notaio gli ha così spiegato che era stato commesso un errore: una ventina di alloggi comunali erano stati venduti agli inquilini senza tenere conto del valore del terreno su cui le palazzine erano state costruite. In genere, infatti, oltre al prezzo della casa bisogna tenere conto della relativa quota del diritto di superficie, che varia a seconda della grandezza dell’immobile: in genere dai 6 ai 10mila euro. Nel caso questa cifra non venisse versata nelle casse municipali, dopo 99 anni il Comune potrebbe riacquisire la proprietà. Una situazione in cui si trovano venti abitazioni vendute in passato: diciotto in via Marconi ai civici 2/6 e due in via Monsignor Colombo ai civici 10/14. Da quel singolo caso, dunque, è scaturito un fardello burocratico di non poco conto per l’amministrazione, tant’è che nell’ultima assemblea civica è stata presentata un’apposita delibera: «Cessione in proprietà delle aree concesse in diritto di superficie». È stata così corretta la delibera del 1982 relativa alla vendita degli immobili di proprietà pubblica realizzati seguendo la Legge 167/62 (che agevolava l’edilizia convenzionata): un atto che conteneva un errore formale, in cui non si teneva conto nella fase di cessione - per l’appunto - del diritto di superficie. Ma che cosa cambia in sostanza? Le venti case non appartengono a chi le ha comprate? Oppure non possono essere vendute se non si paga la restante quota? Queste e altre le domande poste dalle opposizioni al sindaco Mirella Cerini, che dal canto suo ha tranquillizzato tutti: «Se non si versa l’ulteriore importo, non si perderà la proprietà dell’immobile fino allo scadere dei 99 anni». Nulla impedisce, quindi, di riceverlo in eredità ma con quel vincolo; idem per la vendita, perché spetta all’acquirente decidere se divenire pienamente proprietario pagando il resto oppure attendere. Di fatto, quindi, è come se non ci fosse piena proprietà dell’immobile pur occupandolo e avendone la disponibilità. Molto stupita che la questione non sia mai emersa prima né lamentata da qualche inquilino divenuto proprietario della casa dove aveva abitato per una vita, il consigliere leghista Marinella Colombo ha chiesto lumi su quanti castellanzesi abbiano deciso di provvedere al pagamento: «In un paio di casi abbiamo rilevato questa volontà - ha reso noto il sindaco - Comunque sia, avviseremo i titolari della mancata acquisizione del diritto di superficie e del rischio che dopo 99 anni l’alloggio rientri nella proprietà dell’amministrazione».
Venti alloggi comunali venduti senza tenere conto del valore del terreno
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