L’INCHIESTA
Ex Tessile, terra di nessuno
Viaggio nel villaggio rom sorto al posto dell’edificio abbattuto quattro anni fa
Una baracca di legno coperta dal cellophane che in caso di pioggia dovrebbe tenere lontana l’acqua, appoggiate alle sue pareti altri due rifugi che assomigliano piuttosto a delle tende: rami e pali a sostenere cartoni e coperte che al tempo stesso sono porte e pareti. I villaggi rom si assomigliano un po’ tutti, quello nato all’interno dell’area ex mostra del tessile di via Borri non fa eccezione.
Scene già viste all’interno del Parco Altomilanese, oppure più in là attorno al nuovo ospedale di Legnano. Quello che più impressiona qui sono i rifiuti. Montagne di rifiuti, di tutti i generi. Dalle immancabili biciclette smontate e rimontate fino ai cumuli di guaine di cavi elettrici dai quali è stato sfilato il rame. Anche quello, si sa, è un lavoro. L’oro rosso rende fino a cinque euro al chilo, in Italia ci sono fonderie che non si fanno troppe domande e trasformano questi cavi elettrici in lingottini di preziosa materia prima.
È domenica pomeriggio, nessuno lavora alle biciclette o al rame. Anche la stufa è spenta, il pranzo è già stato consumato. La recinzione che una volta circondava la mostra del tessile è stata divelta in più punti, entrare non è difficile. Le baracche si trovano nell’angolo a sud-est, quello più vicino all’incrocio tra via Azimonti e viale Piemonte. Nel campo c’è solo un uomo, donne e bambini (se ce ne sono) non si fanno vedere. «Non abbiamo un altro posto dove andare - dice - Nessuno ci aiuta, non facciamo male a nessuno». Tra i rifiuti sparsi attorno alle baracche c’è anche un bidone per la raccolta differenziata riempito con un po’ di tutto, sul sentiero di terra battura un carrello preso in prestito da Metro. E poi componenti di televisori, autoradio, computer, recuperati chissà dove e fatti a pezzi per ricavare il rame e altri metalli che possono essere rivenduti. Sugli alberi sono appesi vestiti e sacchi della spesa. Un vecchio trucco per tenerli lontani dai topi.
Non è la prima volta che i rom colonizzano l’ex mostra del tessile. Già nel marzo 2017 la polizia locale era dovuta intervenire per sgomberare gli occupanti abusivi e demolire una baracca abusiva.
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