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Falsa mozzarella Dop, nell'impasto soda caustica e latte infetto
Gdf Caserta scopre l'utilizzo di materia prima non indenne da Tbc

Napoli, 10 feb. (askanews) - Latte di vaccino al posto di latte di bufala, ma soprattutto latte proveniente da allevamenti infetti da tubercolosi bovina, con l'aggiunta di soda caustica. Nascevano da questo impasto le false mozzarelle Dop. È quanto emerso nell'ambito di una serie di indagini condotte dalla Guardia di finanza di Marcianise coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere che ha portato all'emissione di dieci misure cautelari e al sequestro di tre caseifici tra le province di Napoli le Caserta.
I magistrati hanno ipotizzato, anche servendosi della collaborazione nei controlli dell'azienda sanitaria locale, che veniva adulterato il latte crudo con un additivo vietato, l'idrossido di sodio, noto come soda caustica, per abbassare il livello di acidità del latte dovuto alle scarse condizioni igieniche e al tempo trascorso dalla mungitura alla lavorazione che comporta la fermentazione del latte con aumento della carica batterica e conseguenze crollo del Ph.
Gli amministratori della casearia Sorrentino di Santa Maria la Carità avrebbero alterato, tra la primavera e l'estate 2015, il latte che compravano con soda caustica per poi rivenderlo al caseificio Bellopede & Golino di Marcianese e al caseificio di San Maurizio di Frattaminore che, "pur consapevoli dell'adulterazione, utilizzavano tale latte negli ordinari processi produttivi".
Una prassi - ha ricordato il procuratore sammaritano Maria Antonietta Troncone - assolutamente vietata dai regolamenti comunitari. Le Fiamme Gialle hanno sottoposto a sequestro i tre caseifici del valore commerciale di oltre 10 milioni di euro. L'idrossido di sodio, in particolare, fa parte degli additivi non autorizzati per essere utilizzati nel latte crudo o pastorizzato. L'aggiunta di questa sostanza porta ad aumentare la carica batterica mascherando la presenza di microrganismi patogeni potenzialmente pericolosi per la salute umana. Il latte acido sottoposto a questa pratica vietata è dunque "un prodotto a rischio che non può essere commercializzato". Nel caso in esame è stata utilizzata soda caustica per uso non alimentare che ha aggiunto "il rischio chimico della presenza di metalli pesanti nelle mozzarelle".
Secondo i magistrati è stato impiegato, nei processi di lavorazione della mozzarella, latte bufalino crudo proveniente da allevamenti non indenni da tubercolosi bovina. Si sarebbe venduto del latte crudo che dovrebbe, invece, non essere somministrato ai consumatori. Il latte in questione, invece di essere sottoposto a controlli e processi particolari, ha perso ogni tracciabilità eludendo tutte le precauzioni imposte dalla legge. Dalle indagini tecniche è emerso "che tutti i soggetti coinvolti nelle operazoni commerciali erano a conoscenza del fatto che l'allevamento non fosse più indenne da Tbc".
Il caseificio Bellopede & Golino, socio storico del consorzio a tutela del marchio Dop della mozzarella di bufala campana e uno dei maggiori produttori nazionali avrebbe prodotto e messo in commercio mozzarella contenente latte vaccino e non latte di bufala, violando il dispositivo del ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Dai sopralluoghi e dall'analisi della documentazione amministrativo-contabile è emersa la "sistematica alterazione" dei documenti di trasporto del latte utilizzato per la produzione rendendo così "incerta la tracciabilità del prodotto". Le mozzarelle incriminate sarebbero state vendute in varie parti d'Italia e anche spedite negli Stati Uniti.
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