DRAMMA EVITATO
Famiglia salvata da sfratto
I Fasone dovranno lasciare l’appartamento il 18 novembre e avranno un alloggio in housing sociale: «Merito dell’assessore Arabini»

Ce l’hanno fatta. Non sono stati sbattuti fuori dalla casa che sognavano di acquistare prima di ritrovarsi con pochi soldi per la mancanza di lavoro.
I quattro componenti della famiglia Fasone, padre, madre e due figli, rimarranno in via Ragazzi del ‘99 fino al prossimo 18 novembre. Lo sfratto, rimandato il 25 agosto fino a giovedì 27 ottobre, non c’è stato. L’assessore Miriam Arabini è riuscita a mantenere la sua promessa: una casa in housing sociale. Ha dovuto darsi parecchio da fare, perché il conto alla rovescia era implacabile. Ma ha ottenuto un alloggio in via Santa Croce, fra quelli della parrocchia dati in gestione al Comune, e ha evitato che si dovesse attendere dicembre per altre case. Così, gli ufficiali giudiziari hanno detto sì e Giacomo Fasone ora è davvero contento, pur nell’angoscia di dover sbaraccare in venti giorni.
«Quella di via Santa Croce sarà una situazione provvisoria, poi faremo domanda per le case popolari - spiega il 52enne, ancora incredulo dello scampato pericolo – L’assessore ha ottenuto una proroga fino al 18 novembre, i Servizi sociali sono intervenuti per concederci l’housing sociale. Fino all’ultimo siamo stati in ansia: mercoledì ci hanno detto che l’ufficiale giudiziario sarebbe arrivato con il fabbro per sbarrare le porte, poi giovedì mattina è arrivata la conferma della soluzione ai nostri guai. Dobbiamo dire grazie all’assessore Arabini: si è spesa tantissimo. Ci ha detto che non poteva dormire pensando che una famiglia intera sarebbe finita in mezzo a una strada».
Ora i Fasone (il cui caso aveva fatto scalpore perché avevano dichiarato di avere venduto persino le fedi nuziali per poter far fronte alle spese di affitto) devono attendere che quanti occupano l’alloggio in via Santa Croce si trasferiscano. E devono trovare un posto in cui piazzare i loro mobili, in attesa di tempi migliori. «In quella casa c’è molto meno spazio e tutto è arredato. Un’amica ci conserva un po’ di scatoloni nel suo garage, ora vedremo con il Comune come fare per i nostri mobili e per il trasloco: potremo portarci poco, solo l’essenziale. Il 18 dovremo consegnare le chiavi e non rivedremo più questo appartamento, io da tempo vado avanti a smontare arredi».
Giovedì l’ufficiale giudiziario bustese Elvira Abragna è stata affiancata dal rappresentante delle aste giudiziarie di Varese. Anche loro sono stati comprensivi, pur dovendo dare risposte ai proprietari. «Vivremo un Natale diverso da quello dell’anno scorso. Avremo una casa, mio figlio di 23 anni procede bene col lavoro che gli permette di aiutarci, mia figlia diciottenne sta molto meglio da quando frequenta l’Icma, speriamo che superi presto i traumi di questa vicenda. Ringraziamo tutti coloro che ci hanno dato una mano, anche Prealpina senza la quale la nostra vicenda non sarebbe venuta a galla e nessuno si sarebbe dato da fare».
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