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Fca e Ferrari, in carica i nuovi ad: decolla il dopo-Marchionne
Domani nomina Manley e Camilleri. Magneti Marelli tra le priorità

Amsterdam, 6 set. (askanews) - Nel paese dei tulipani comincia per Fca e Ferrari la nuova era del dopo-Marchionne. Domani ad Amsterdam nelle assemblee degli azionisti saranno nominati i nuovi amministratori delegati delle due società controllate dalla Exor della famiglia Agnelli: Mike Manley per Fiat Chrysler, Louis Camilleri per il Cavallino Rampante. E per i due top manager, già al comando dalla fine di luglio, ci sono subito dossier importanti da gestire e nuove sfide da affrontare. Nel solco tracciato dall'ex-Ceo Sergio Marchionne, ma con nuove incognite all'orizzonte in un mercato dell'auto in rapida e continua trasformazione.
Manley, 54 anni, ha preso le redini di Fca dopo aver guidato il brand Jeep con ottimi risultati. Era uno dei candidati alla successione di Marchionne e si è ritrovato quasi all'improvviso alla guida della società, quando le condizioni di salute del manager italocanadese erano ormai molto gravi. L'inglese si è dato subito da fare e adesso, tra le priorità della sua azione, c'è l'urgenza di trovare un nuovo responsabile per le attività europee del gruppo, incarico lasciato da Alfredo Altavilla proprio quando Manley è stato designato al vertice.
È un ruolo cruciale per il futuro di Fca e i nomi che girano sono: Gianluca Italia, capo del mercato italiano, Daniele Chiari, responsabile delle relazioni istituzionali, Davide Mele, stretto collaboratore di Altavilla. Ma in pole position ci sarebbe Pietro Gorlier, l'ad di Magneti Marelli, la società del gruppo che rappresenta uno dei principali nodi da sciogliere per Manley. Marchionne lavorava a uno spin-off con quotazione nel 2019, ma il nuovo Ceo potrebbe scegliere la strada della cessione, con alcuni pretendenti già interessati.
La decisione di vendere la Magneti Marelli potrebbe rientrare in un'ottica di medio periodo per Fca: incassare alcuni miliardi di dollari per sostenere il piano industriale 2018-2022, ultima importante eredità di Marchionne insieme all'azzeramento del debito. Risorse che potrebbero essere molto utili per gli investimenti promessi per il prossimo quinquennio, a partire dai nove miliardi da destinare all'auto elettrica secondo il business plan.
Un piano industriale che sarà inevitabilmente la bussola di Manley, chiamato a decisioni importanti anche per gli stabilimenti italiani, le eventuali alleanze globali (i rumors ora suggeriscono la coreana Hyundai) e l'evoluzione del gruppo verso i marchi premium come Jeep. In uno scenario che potrebbe cambiare in maniera significativa se dagli Stati Uniti dovessero arrivare nuovi dazi commerciali contro l'Europa.
Le mosse di Donald Trump potrebbero avere un impatto anche sulle strategie della Ferrari. E saranno seguite con attenzione da Louis Camilleri, classe 1955, alla guida di Maranello dopo una lunga carriera in Philip Morris. Per il manager maltese le sfide saranno altrettanto impegnative e la rotta da seguire, in continuità con la visione di Marchionne, sarà svelata nel nuovo piano industriale al Capital markets day del 18 settembre.
Una giornata molto attesa, in cui saranno indicati i pilastri della strategia di Maranello per i prossimi anni. Dai nuovi modelli di macchine sportive al primo suv, che dovrebbe debuttare entro il 2020; dai motori ibridi alla sfida della supercar elettrica, fino al possibile aumento della produzione (oltre le 10mila vetture all'anno) mantenendo l'esclusività del marchio. E ci sarà forse anche un omaggio importante a Marchionne, cui sarà dedicata probabilmente una Ferrari inedita a tiratura limitata. Un tributo all'ex numero uno per celebrarlo guardando al futuro.
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