LA BUFERA
Abuso d’ufficio, indagato comandante dei vigili di Ferno
Avrebbe rivelato i quiz del concorso. Le precisazioni dell’avvocato

Bufera sul comando dei vigili urbani: Nicolò Rachele da qualche giorno non ricopre più la carica di comandante, il suo posto è stato coperto temporaneamente dall’agente Francesco Grigolon, che è anche vicesindaco del comune di Vanzaghello.
La conferma arriva dal sindaco Sarah Foti. Da gennaio l’amministrazione avvierà l’iter per selezionare il nuovo capo della municipale. Ciò che ancora non è ufficiale è la ragione sottesa a questa scelta, passata quasi in sordina.
L’INDAGINE
Su Rachele il pubblico ministero Nadia Calcaterra avrebbe aperto un’indagine per abuso d’ufficio, con ipotesi alternativa di turbativa di gara, contestazione ancora tutta da provare ma che comunque rende opportuno un passo indietro da parte di Rachele. Al primo cittadino avrebbe comunicato solo «di non essere nella possibilità di proseguire con il servizio», ha riferito il sindaco Sarah Foti. L’avvocato Agostino Garagiola su questo punto smentisce la frase: «Rachele a novembre è venuto a conoscenza del fatto che il decreto della sua nomina non è mai stato firmato ed è rimasto comunque a disposizione per evadere atti non inerenti a procedure amministrative». E aggiunge: «Pochi giorni dopo, è venuto a conoscenza dell’indagine a suo carico che però non ha nulla a che vedere con la sua sostituzione».
L’inchiesta nascerebbe da una presunta alterazione del concorso bandito per l’assunzione di due agenti.
I QUIZ
Stando a quanto emerso Nicolò Rachele avrebbe passato i quiz a un candidato, agevolandolo quindi in graduatoria. Non si conoscono altri dettagli, l’attività della guardia di finanza è ancora in corso e quindi molti aspetti sono ancora da chiarire.
MOBBING
Rachele guidava il comando da novembre del 2022, dopo esperienze come agente a Magnago, Busto Garolfo e Paullo. A Magnago Nicolò Rachele denunciò il sindaco Carla Picco e il comandante della polizia locale William Viola per mobbing: contestava scarsa flessibilità nella concessione dei permessi per motivi di studio, turni faticosi e sfavorevoli, rilievi e appunti ritenuti ingiusti, richiami orali a suo parere immotivati. Il giudice monocratico Marco Montanari, in primo grado, assolse entrambi, «avendo in realtà esercitato il loro potere pubblico nel rispetto della legalità».
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