L’AGGRESSIONE
Festa di laurea con botte
Tre neodottori malmenati fuori dello Shed. I titolari: «Buttafuori violento, subito allontanato»

Freschi di laurea, le hanno prese dai buttafuori dello Shed. Una serata da dimenticare quella che hanno trascorso tre neo dottori nel locale di via 20 Settembre.
La loro testimonianza è cruda. Stando ai loro racconti, uno dei ragazzi sarebbe stato pestato così tanto da finire in ospedale col naso fratturato. Una ragazza sarebbe stata addirittura afferrata per il collo e scaraventata in una pozzanghera. Un altro della compagnia sarebbe stato sbattuto in mezzo alla strada, col rischio di essere travolto da un‘a macchina’automobile.
Tutto questo sarebbe accaduto nella notte tra sabato 27 e domenica 28 ottobre, intorno alle 3. Nessuno dei giovani vuole rendere noto il proprio nome, ma non hanno remore a denunciare l’accaduto.
«Ho visto uno dei body guard prendere di peso il mio amico e gettarlo sull’asfalto di schiena. E come se non bastasse è stato preso a calci e pugni», racconta una ragazza.
«Il mio amico si è rialzato mentre andavo verso di lui, il buttafuori l’ha afferrato ancora e me l’ha buttato addosso».
«A un certo punto mi sono avvicinata all’uomo, gli ho chiesto quanti anni avesse, facendogli notare che avremmo potuto essere i suoi figli. Lui mi ha riso in faccia, mi ha presa per il collo e mi buttata in una pozzanghera».
Dallo Shed non negano la vicenda.
E spiegano: «Non siamo riusciti a controllare uno degli uomini della sicurezza, che ha avuto una reazione esagerata rispetto alla situazione. Ma i body guard non lavorano per noi, sono dipendenti di una società che si occupa di servizio d’ordine e noi non abbiamo la responsabilità di quello che fanno loro, visto che poi tutto è accaduto fuori, in strada».
Ma garantiscono: «L’uomo è stato subito licenziato dalla società stessa. Il nostro non è un locale dove prolifera la violenza, in dieci anni non è mai successo nulla».
Ancora da capire cosa abbia innescato la scintilla. A quanto pare gli amici dei laureati sarebbero stati invitati a uscire dallo Shed perché i troppi brindisi li avrebbero spinti un po’ oltre.
Ma tra gli “espulsi” c’era anche uno dei festeggiati, che certo non voleva farsi cacciare da una serata che in parte aveva pagato pure lui.
Il tentativo di rientrare avrebbe scatenato la rabbia ingiustificabile di almeno uno degli energumeni, un italiano, posti a baluardo del locale.
L’epilogo di quella scena di violenza spropositata è stato l’arrivo dei carabinieri e il ricorso alle cure del pronto soccorso: due dei ragazzi sono stati giudicati guaribili con trenta e quindici giorni di prognosi, cinque per la ragazza.
A luglio del 2017, in primo grado, il giudice Giulia Messina condannò un buttafuori albanese trentacinquenne a quattro mesi di reclusione per un fatto analogo. Vittima un cliente che a gennaio del 2014 aveva deciso di trascorrere la serata nel bar per il compleanno di un amico. Di punto in bianco sarebbe stato accompagnato in un’altra stanza dal personale perché colpevole di aver rotto un tavolino.
La discussione degenerò e il giovane venne portato all’esterno: il ragazzo si ritrovò con la camicia strappata, un taglio sul braccio e il volto tumefatto.
«Come spiegato più volte, non siamo noi i responsabili delle azioni del personale che non è alle nostre dipendenze. Ma casi di questo tipo in dieci anni si contano sulle dita di una mano. Cercate pure negli archivi della Prealpina», assicurano dallo Shed.
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