LA DENUNCIA
Besozzo, figli contro la compagna del padre
L’accusa: «Dopo la morte di papà la casa è stata svuotata»

Dopo la morte del padre, che in seguito alla separazione dalla moglie era andato a vivere con la nuova compagna, si presentarono a casa per prendere le sue cose. Ma non trovarono più nulla: era sparito tutto, dai mobili agli elettrodomestici, alle chiavi delle auto, persino i ricordi, come le fotografie dei bambini e la scatola con i cimeli del servizio militare. Tutto portato via con un camion di traslochi.
Per questo i famigliari della vittima hanno denunciato la donna per appropriazione indebita. Non solo: in casa non c’era più neppure il cane. Dagli uffici dell’Ats Insubria, poi, scoprirono che era stata presentata la dichiarazione di passaggio di proprietà dell’animale; peccato, però, che il documento fosse firmato dal precedente padrone. Che era già morto. Da qui, per la donna, anche l’accusa di falso materiale commessa dal privato.
Il processo alla quarantaquattrenne s’è aperto in Tribunale a Varese, davanti al giudice Antonella Vitale. Ma, dopo la costituzione delle parti, l’avvio del dibattimento è stato rinviato al febbraio del prossimo anno. Quando cominceranno a sfilare i testimoni: i figli, il fratello e l’ex compagna del besozzese - morto nel 2019 all’età di 43 anni -, ma anche gli autotrasportatori che caricarono tutto l’arredamento sul camion per portarlo via. Secondo i famigliari (costituitisi parte civile con gli avvocati Francesca Pianese e Francesco Di Blasi), la nuova compagna non li avrebbe nemmeno informati della gravità della malattia del loro caro. Poi, pochi giorni dopo il funerale, i figli si presentarono nell’abitazione dove il papà era andato a vivere con la donna, e la trovarono vuota. Secondo loro, era stata proprio la nuova fiamma del padre a far portare via tutto da una ditta specializzata. L’imputata avrebbe anche cancellato tutti i dati dal computer dell’azienda del defunto (ecco perché anche il legale rappresentante della società ora chiede i danni).
La donna, difesa dall’avvocato Cosimo Colonna, ha scelto di affrontare il dibattimento, convinta di essersi comportata correttamente. I mobili e gli elettrodomestici erano suoi - sostiene - perché li aveva comprati lei. Il suo compagno stava infatti affrontando un periodo di difficoltà economica, tanto che lei non solo si fece carico degli acquisti ma gli prestò anche diecimila euro. Somma che poi reclamò agli eredi. Ma il dialogo si interruppe perché questi ultimi la denunciarono per appropriazione indebita. E così adesso le due “fazioni” se la dovranno vedere in aula. L’ultima parola al giudice.
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