LA CHIUSURA
Filmstudio 90, risposta sul campo
«Faremo ricorso e porteremo il cinema nelle strade di Varese». Solidarietà a Giulio Rossini da parte di numerose associazioni

«Faremo ricorso naturalmente ma sensibilizzeremo anche la gente portando il cinema nelle strade, ovunque si possa fare».
Il giorno dopo l’improvvisa chiusura di Filmstudio 90, Giulio Rossini, fondatore e presidente dell’associazione, dà l’aria di chi è cortese, come sempre, ma fermo. Affida all’avvocato il compito di ricorrere contro i sigilli messi giovedì alla sala di via De Cristoforis e annuncia che la risposta l’associazione la darà sul campo. Mettendo in piazza capacità di coinvolgimento e fantasia che da quelle parti, grazie anche a Cortisonici, non è mai mancata.
E che il fronte sia ampio si è capito già venerdì mattina con il bagno di folla alla sede di Arci Rag Time, in via Monte Golico, per la conferenza stampa inizialmente destinata alla presentazione della rassegna teatrale “Gocce” e poi necessariamente aperta alla (brutta) notizia del giorno. Così Adriano Gallina che non ha esitato a definire «violenza nei confronti della cultura» il sequestro preventivo eseguito dagli agenti della Polizia locale dietro ordine della Procura di Varese, ha ceduto la parola a Rossini.
«Sono tempi difficili per la cultura - ha esordito - e non solo a Varese. Operare è sempre più complicato. Le difficoltà sono di vario tipo, di reperimento di spazi, economiche, normative e burocratiche. Tenere il passo risulta complesso, occorre investire in professionalità, in studi di settore, serve uno scatto».
“Scatto” che identifica nella necessità di un coinvolgimento o di un maggiore coinvolgimento delle istituzioni, partendo dai ministeri per giungere ai Comuni.
Con Palazzo Estense Filmstudio 90 ha da sempre un confronto, un rapporto dialettico e non di rado (per Esterno Notte, la rassegna estiva di film ai Giardini ma anche per Cortisonici) diretto.
Difficile per la squadra di via De Cristoforis immaginare il Comune spettatore o, addirittura avversario, in questa partita. O campionato che sia visto che per la riapertura, nel caso in cui venga
accolto il ricorso, sarà necessario attendere «i tempi tecnici».
Nell’attesa Filmstudio 90 si mobilita.
«On the road o, se preferite, on the road again», aggiunge il presidente che promette proiezioni di film in più punti della città.
«Cominciando magari dall’Enaip, i primi a darci ospitalità, ricordando anche che Filmstudio iniziò la sua avventura proprio da quella scuola».
C’è da rispondere alla voglia di certo cinema.
«Nel 2015 i tesserati sono stati 2500, un numero alto. I cineclub resistono ormai prevalentemente nelle grandi città. Siamo come le monosale anzi in condizioni più sfavorevoli perché ai cineclub non vengono offerti quei film commerciali che ogni tanto invece approdano anche nelle monosale».
«La nostra attività associativa - spiega Massimo Lazzaroni rispondendo a una delle accuse mosse a Filmstudio 90 - è sotto gli occhi di tutti: la programmazione di film costituisce solo una parte della nostra attività».
Attività che si incrocia con quelle di altre associazioni - Legambiente, Lipu, Libera - intervenute alla conferenza stampa esprimendo solidarietà a chi rende possibile rassegne come “Un posto nel mondo” e “di Terra e di Cielo”.
Mano tesa anche da Coopuf che si trova tra l’altro privata di una sala di sua proprietà.
Ma ora è tempo di on the road e tra le tappe del tour spunta l’ipotesi del Vittoria, cinema dimenticato ma non troppo.
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