L’ANALISI
“Sì al Frecciarossa a Malpensa, ma col binario adatto»
Scapellato: “Potrebbe avere un significato”. Però non mancano le potenziali criticità

«Il collegamento tra Milano e Malpensa oggi non dà la possibilità di raggiungere l’alta velocità, ma se si vuole riqualificare l’infrastruttura e renderla fruibile in pochi minuti, il Frecciarossa potrebbe avere un significato». A sostenerlo è Gianni Scapellato, ex direttore di Malpensa, che nella sua analisi non nasconde alcune perplessità circa potenziali criticità di un simile progetto.
Pesa, in primo luogo, il ricordo del fatto che il Frecciarossa in brughiera fu lanciato una decina di anni fa con risultati non entusiasmanti: «Fermava in alcune città come Bologna, Parma, Reggio Emilia e Firenze, ma c’erano pochi passeggeri e lo eliminarono». Il problema odierno sarebbe poi rappresentato dal fatto che «i passeggeri attualmente sono veramente pochi e mancano i voli intercontinentali. Non mi pare che un volume così basso possa sopportare il costo operativo di un treno».
Fatte queste premesse, va però ricordata l’intenzione manifestata dal gruppo Ferrovie dello Stato di investire 31 miliardi del Pnrr in mobilità integrata: risorse grazie alle quali si potrebbero realizzare collegamenti intermodali fondamentali per l’aeroporto varesino. «Se Fs ammoderna e adatta l’infrastruttura, con un binario per l’alta velocità, allora per Malpensa sarebbe un traguardo importante», ammette Scapellato. «Un collegamento con Milano, possibilmente con la stazione Centrale o di Porta Garibaldi - dove vi è un interscambio a lunga percorrenza - e se si garantisse una percorrenza in cinque minuti, sarebbe un fattore positivo. Avverrebbe come per i treni in Giappone, dove dall’aeroporto si raggiunge la città in cinque minuti».
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