IL DEGRADO
Bagni chiusi, piazza cloaca
FdI lancia l’allarme: «Situazione oscena davanti alla Stazione ferroviaria»

Il cartello affisso sulla porta dei servizi in Stazione di Gallarate parla chiaro: «Bagni pubblici chiusi», scritto a caratteri cubitali.
A causa del Covid non si può fare la pipì. Ma il dramma di chi lavora nei pressi dello scalo ferroviario aumenta a causa della chiusura dei bar. Passeggeri, tassisti, edicolante e persino gli impiegati del centro Caf Falvo vivono momenti difficili. E il rischio che la piazza Giovanni XXIII diventi una cloaca a cielo aperto è sempre più concreto.
A denunciare il problema è il consigliere comunale della compagine di Fratelli d’Italia, Giuseppe De Bernardi Martignoni, che ha già segnalato la situazione e provocatoriamente spiega: «Gli uomini forse possono cavarsela ma vorremmo evitare di dover ricorrere ad alberi oppure muretti: non è degno di una città come Gallarate. Degradante per noi tutti che lavoriamo ore e ore non poter accedere a servizi pubblici della stazione».
Del resto, rimarca: «Sono servizi a pagamento sempre puliti. Ma da ormai un mese la situazione non si sblocca. Speravamo che qualcuno ragionasse sul tema, invece ha prevalso un comportamento senza senso».
De Bernardi Martignoni sottolinea: «I servizi servono per i passeggeri che arrivano in stazione, così come servono a noi tassisti e anche agli impiegati del centro di assistenza fiscale che dentro agli uffici non hanno servizi».
L’esponente politico e tassista che da anni lavora in stazione insiste: «La questione si è fatta drammatica perché i bar sono chiusi e dunque non possiamo neppure prendere un caffè e usufruire dei servizi durante i turni di lavoro».
Quindi?
«Ci troviamo costretti a fare come le persone che abbiamo sempre combattuto qui in piazza e che durante l’estate ho persino denunciato: fare la pipì contro il muro oppure dietro a un albero. Sembra incredibile ed è una situazione oscena proprio perché è stata presa una decisione senza valutare gli effetti».
Le segnalazioni di De Bernardi Martignoni e degli operatori sono partite da tempo ma pare che siano rimaste inascoltate, alla luce dei risultati e della chiusura del bagno pubblico.
L’esponente politico locale conclude: «Ancora una volta, a fare le spese è la piazza che rischia di diventare sempre più degradata. Prima a causa delle frequentazioni, poi a causa delle chiusure e ora per via dei bagni chiusi».
Durante l’estate la situazione era particolarmente grave: in prossimità degli alberi c’erano rifiuti di ogni genere, e nell’area opposta ai portici e lungo il muro era impossibile passare per via dell’odore di urina. Mentre nei mesi scorsi, ci fu un episodio che coinvolse una ragazza vittima di una sorta di aggressione: qualcuno spalmò di escrementi l’auto rimasta parcheggiata in piazza Giovanni XXIII.
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