I DISAGI
Ore di attesa al Cup. Sempre così
Una mattinata al centro prenotazione dell’ospedale: in piedi tra proteste e rabbia

Code da incubo per le prenotazioni e per pagare le prestazioni ospedaliere: l’inferno del Cup del Sant’Antonio Abate che costringe ad ore in coda gli utenti. «È aumentata la mole di utenti - ammette il direttore generale dell’Asst Valle Olona Giuseppe Brazzoli - stiamo studiando soluzioni per disintasare il Cup».
Gli sportelli del Centro Unico di Prenotazione di via Bonomi sono sempre più un incubo per chi deve recarsi all’ospedale di Gallarate per fissare una visita ma soprattutto per pagare le prestazioni. Basta presentarsi a metà mattinata per essere catapultati in una scena di un’altra epoca: nell’era delle app, della moneta elettronica e della carta che viene soppiantata dal digitale, gli sportelli del Sant’Antonio Abate permettono di fare un tuffo (tutt’altro che confortevole) nel passato. Tutto è ormai informatizzato anche qui, ma una volta pigiato il pulsante dell’apparecchiatura all’ingresso che consegna il biglietto per la fila non resta che aspettare la fatidica chiamata, osservando il display in alto che fa scorrere i numeri. Alle 11 di lunedì mattina per una prenotazione c’erano da attendere 65 persone in coda. Anche di più per chi invece deve pagare per gli esami e le visite che deve andare a fare, il che significa che bisogna presentarsi con largo anticipo oppure che conviene farsi la coda qualche giorno prima di quello della prestazione, per evitare che al danno del tempo passato in fila si aggiunga anche la beffa di arrivare in ritardo all’appuntamento. «Sono qui da due ore», scuote la testa una signora in piedi sulla porta. Sì, perché anche i posti a sedere per l’attesa sono pochi e molti degli utenti finiscono per stare in piedi con il biglietto in mano.
«Da pazzi, possibile che non ci siano metodi per accelerare le operazioni di pagamento?», si chiede uno studente che aspetta di poter pagare una visita specialistica. Se infatti le code per le prenotazioni possono essere evitate rivolgendosi al numero verde regionale o nelle farmacie che offrono il servizio, per pagare non ci sono alternative allo sportello. La mamma di una ragazza 14enne addirittura scopre dopo due ore e mezza di coda che la visita per la figlia è prenotabile solo telefonicamente. Il personale agli sportelli finisce a volte nel mirino di qualche contestazione, frutto dell’esasperazione dei clienti in attesa, pur non avendo colpe. In coda gli utenti abituali svelano le loro esperienze, sempre da incubo, al Cup di via Bonomi. Un settantenne di Cassano Magnago racconta di quanto gli è successo settimana scorsa: «Sono arrivato attorno alle 11 e il biglietto mi diceva “105 persone in coda”, una follia. Ho fatto in tempo a fare altre commissioni e a tornare a casa per pranzo, quando sono tornato dopo l’una c’erano ancora 15 persone in coda». Una giovane insegnante, che aveva approfittato di una mattinata libera dal lavoro, racconta invece di aver trascorso in coda «più di due ore, ma solo perché a un certo punto un signore che aveva un biglietto una ventina di numeri prima del mio se n’è andato via esasperato e ha abbandonato il suo biglietto sul bancone».
La dirigenza dell’Asst è consapevole del problema, che è «comune a tutti» i Cup aziendali, ed è al lavoro per risolverlo: «Gallarate, dove il software non è cambiato, dovrebbe essere il meno problematico, ma è aumentata l’utenza. Stiamo studiando soluzioni».
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