IL PROCESSO
Gallarate, doppio assalto al Maxi Zoo: condannato a 12 anni
Rapinò il negozio due volte in sette anni. La prova schiacciante delle impronte digitali

Nel 2014 gli inquirenti non erano riusciti a provare oltre ogni ragionevole dubbio la sua colpevolezza nella rapina al Maxi Zoo di Gallarate e così Alan Spada ebbe la sfacciataggine di concedere un bis a dicembre del 2021 e fu un flop totale perché venne riconosciuto dal personale. Giovedì pomeriggio il trentottenne rom, legato alla ‘ndragheta e al giro dello spaccio nella Milano vip, è stato condannato a dodici anni dal collegio giudicante presieduto da Rossella Ferrazzi (a latere Daniela Frattini e Marco Montanari), pena addirittura superiore a quella chiesta dal pubblico ministero Martina Melita. Elementi ce n’erano in abbondanza e per fugare qualsiasi tentennamento l’imputato è stato sottoposto a identificazione attraverso lo specchio unidirezionale, così da non poter intimorire i testimoni.
LE IMPRONTE DIGITALI
Il trentottenne si è difeso respingendo ogni accusa, ma non è risultato credibile. Gli investigatori avevano infatti acquisito la prova schiacciante della sua responsabilità, ossia le impronte digitali che vennero rinvenute sul casco dello scooter con cui Spada aveva raggiunto il negozio, poi abbandonati in autostrada insieme a parte della refurtiva. Tanto è vero che venne portato in carcere a marzo dell’anno scorso in forza di un’ordinanza di custodia cautelare del gip Piera Bossi che poggiava su basi solide.
LA CATTURA
Non fu una tattica quella di disfarsi della moto, anzi fu un autogoal: il trentottenne rimase semplicemente a piedi durante la fuga in autostrada, inconveniente che consentì alla polizia stradale di recuperare il mezzo prima che potessero disperdersi tracce preziose. Era latitante da un po’ quando venne catturato all’interno del campo nomadi via Negrotto a Milano e il suo clan, quando arrivarono le forze dell’ordine, gli fece scudo lanciando sassi contro i poliziotti come fossero palle di neve. Sulla testa di Spada pendeva anche una pena da scontare di otto anni, inflitta dal tribunale di Livorno e a quanto pare si stava organizzando per scappare con una roulotte.
L’INCHIESTA THE HOLE
Il suo nome era diventato famoso attraverso l’inchiesta The Hole che scoperchiò un giro di spaccio a uso e consumo esclusivo delle celebrità: tra i clienti c’erano ex concorrenti del Grande Fratello, conduttori televisivi, la fidanzata di un ex tronista di Uomini e Donne, ristoratori e cuochi del centro di Milano, personaggi del fashion system. I carabinieri sequestrarono oltre 300 chili di droga destinati in buona parte ai locali della movida, stupefacenti che spesso venivano consegnati a domicilio a modelle e vip, lo scrisse nell'ordinanza il gip Maria Vicidomini. A parere degli inquirenti Alan Spada aveva stretti collegamenti con i trafficanti incastrati nel 2018, nonostante in quel periodo fosse detenuto a Busto Arsizio.
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