ROBEE
Gallarate, il futuro è un robot con gli occhi azzurri
EconomixLab: quando l’intelligenza artificiale diventa fisica

Il futuro sul palco di EconomixLab lo si può toccare con mano. Ha braccia metalliche, due pinze al posto delle dita, invece che i piedi per muoversi usa delle ruote. Quando ti rivolgi a lui, ti guarda con due occhi azzurri che brillano dentro una maschera volutamente stilizzata. «Il volto è la nostra interfaccia – spiega Paolo Denti, amministratore delegato e cofondatore di Oversonic, azienda di Besana Brianza che ha fatto del futuro al sua missione -. Lui non ne ha bisogno, potrebbe bastargli lo schermo che ha sul petto. Ma questo è un robot collaborante, quindi chi si rivolge a lui ha bisogno di un punto di riferimento».
Non era difficile immaginarlo, l’apparizione di RoBee ha lasciato la platea del Maga con il fiato sospeso. «Di fatto questo è un esempio di intelligenza artificiale fisicizzata», dice Denti spiegando in una frase quello cui l’umanità sta andando incontro a passi da gigante. Ma quali limiti bisogna porre a questa rivoluzione? Come aiutare le macchine a fare le scelte giuste, nell’interesse degli uomini? «Io credo che in questa fase la ricerca debba fare il suo corso – dice Denti -. Noi di Oversonic comunque abbiamo fatto una scelta precisa: abbiamo sviluppato nostre reti neuronali a capacità limitata, nelle sue risposte RoBee è molto prudente. Magari dirà qualche “non so” in più rispetto ad altri modelli, ma trattandosi di una macchina progettata anche per utilizzo in ambito sanitario dobbiamo ridurre il margine di errore».
È stato lo stesso RoBee a spiegare come funziona la sua intelligenza artificiale: «Ho a disposizione migliaia di dati - ha detto presentandosi alla platea -, posso elaborare questi dati grazie ai miei computer e rispondere e agire in tempo reale».
L’ALGORITMO E L’IMPRESA
Michele Grazioli (Vedrai) è stato uno dei pionieri dell’intelligenza artificiale in Italia: «Quindici anni fa mi vedevamo come un extraterrestre – ha raccontato -. Durante il Covid ho sviluppato un modello che permette di simulare i percorsi che un’azienda dovrebbe sviluppare per raggiungere l’obiettivo che si è fissato nel suo business plan. Il nostro algoritmo non toglie agli imprenditori la facoltà di decidere, ma li aiuta a calcolare le conseguenze delle loro scelte». Poi una riflessione che apre uno scenario forse finora sottovalutato: «Non ci deve spaventare che la macchina ci aiuti a ragionare. Ci dobbiamo preoccupare di dove andranno i dati: l’Italia e l’Europa sono in ritardo, tutte le volte che usiamo un telefonino o ci emozioniamo per una nuova fiction, noi stiamo addestrando i sistemi di altri».
IL RISCHIO DI CHAT GPT
Gli stessi dubbi li ha avanzati Mauro Napoli (Pwc), mettendo in guardia dall’utilizzo improprio di Chat Gpt, che genera testi sulla base si un archivio infinito, ma che non può essere verificato. «Noi abbiamo creato una nostra base di conoscenza – ha spiegato -. Così istruita, l’intelligenza artificiale può generare testi davvero attendibili e utili». Da qui la possibilità di creazione di nuovi posti di lavoro: la macchina avrà sempre bisogno di chi gli fornisce i dati da elaborare e di chi sa formulare le correte domande.
L’esempio di Francesca Condorelli, giovane imprenditrice a capo della start up Archygram che si occupa di progettazione di mobili, è la conferma che le applicazioni dell’intelligenza artificiale sono infinite. Certo, sempre reti permettendo.
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