IL FENOMENO
Il mercato è una giungla
Posteggiatori abusivi nel sabato delle bancarelle. E non solo lì. Controlli rafforzati

«Vuoi un accendino, i fazzoletti di carta, una cintura?». «No, grazie. Ma tu da dove vieni?». «Dal Senegal».
È sorridente Abù, così dice di chiamarsi. Si sbraccia nel parcheggio di via De Magri per indicare agli automobilisti i posti vuoti. Poi tira fuori dalla sua sacca la merce per cercare di racimolare qualche spicciolo.
Più in là ci sono altri come lui. Presidiano la zona nel giorno del mercato, al sabato.
È sempre così, a sentire i clienti che abitualmente frequentano gli ambulanti gallaratesi. Sono quasi una necessità perché i posti a disposizione sono pochi e loro svolgono - senza prepotenza (questo lo sottolineano tutti) - un ruolo da venditori-parcheggiatori. Naturalmente abusivi.
Le truppe si moltiplicano
Abù è uno dei tanti. Rappresenta la negazione delle regole mentre non si fermano i blitz della polizia locale per scongiurare il fenomeno sempre più diffuso del commercio senza autorizzazione e della questua.
Ma così come si moltiplicano gli sforzi dall’assessorato alla Sicurezza coordinato da Francesca Caruso, sembra pure ingigantirsi la truppa di quelli che cercano di guadagnare qualche moneta con la vendita abusiva e con la carità.
I dati del 2018 testimoniano l’attività potenziata del comando dei vigili urbani con 112 verbali e sequestri effettuati dalla polizia commerciale e annonaria, rispetto ai 76 dell’anno precedente.
Eppure la piaga non riesce a essere stroncata. Sarà perché ci sono sempre più poveri o perché certe abitudini sono difficili (se non impossibili) da sradicare, fatto sta che Abù e i suoi amici si presentano puntuali al sabato mattina e riescono a raccogliere quel che basta loro per campare.
Quando finisce il mercato, anche loro se ne vanno. Si spostano altrove, a caccia di altri potenziali clienti.
Sgominate le attività all’ospedale
D’altronde il fenomeno del commercio abusivo non è prerogativa solo del mercato. E sicuramente non solo di Gallarate.
Ma, restando alla città, basta andare in centro per trovare i soliti parcheggiatori extracomunitari dalle parti di piazza Garibaldi o (se si sentono braccati dalle forze dell’ordine) nell’area di sosta di via XX Settembre dove sorgeva la Galdabini.
Altro fronte importante è quello dell’ospedale Sant’Antonio Abate. Ma le ultime operazioni svolte dalla polizia locale hanno scoraggiato anche i più resistenti che nascondevano la merce lungo il torrente Arno e scappavano reggendosi alle funi che arrivavano fino alla zona del casello autostradale. Quel commercio è stato sgominato e tarda a riformarsi. Al mercato, invece, è una giungla.
Un serpentone di automobili
Il parking di via De Magri, a ridosso del cimitero centrale, è il naturale approdo dei clienti ma è quasi sempre pieno. Il ricambio delle auto è garantito dalle segnalazioni degli abusivi («vieni qui, mettiti qua, gira, gira») ma non è sufficiente a coprire l’intero fabbisogno di spazi per la sosta nell’ora di punta del mattino di sabato, verso le 10.30-11.
La conseguenza è che tutta l’area diventa congestionata. Si fa fatica a passare anche perché c’è il brutto vizio da parte di tanti automobilisti di lasciare la macchina sulla pista ciclabile che corre a fianco del mercato e del Maga.
Così la carreggiata si restringere ed è difficile fare avanti e indietro. Come se non bastasse ci sono veicoli lasciati sull’erba a fianco del cimitero, vengono infilati tra gli alberi, completando il quadro di disordine e di irregolarità.
Altra nota dolente è in via Cadore, subito a lato di via De Magri, a fianco dei giardini pubblici di viale Milano. Tra auto che escono e che entrano si crea un serpentone. Che costringe a lunghe attese.
«No paura, io devo mangiare»
Buon segno, tutto questo caos. Significa che i clienti sono tanti. E che i venditori (quelli regolari) guadagnano bene.
Non la pensano così gli ambulanti che parlano di costante flessione degli incassi, anche perché la concorrenza è spietata tra negozi, centri commerciali e pure acquisti on line. Un giro al mercato, però, i gallaratesi lo fanno volentieri.
Non è un caso, allora, che ad attenderli ai due ingressi dalla parte di via De Magri ci siano due questuanti (in più di quelli che già agiscono nel parcheggio). Hanno lo zainetto in spalla e potrebbero pure vendere le solite cose. Ma preferiscono semplicemente tendere la mano.
Lo fanno mentre dalla parte opposta, in via Torino, c’è un’auto della polizia locale che sorveglia. La strategia, d’altronde, è sempre la stessa. Mentre i vigili controllano da una parte, abusivi e mendicanti si mettono dall’altra. E viceversa.
La storia è vecchia. Si ripete in un sabato mattina come tanti altri. «Ma non hai paura dei controlli? E delle multe?», viene da chiedere a chi passa la mattinata in cerca di pochi spiccioli fuori dal mercato. «No paura, io devo mangiare», risponde. Tutti gli altri commenti, a questo punto, sono superflui.
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