MULTINAZIONALE GALLARATESE
Irca compie 100 anni. In dolcezza
«La salute è ottima». Fatturato a 316 milioni. L’ad Perego: «Grande crescita all’estero, c’è meno burocrazia»

Una multinazionale con cuore, presente e futuro, a Gallarate. Irca spa, azienda dolciaria con sede legale in via degli Orsini e polo operativo principale in viale Danimarca, ha compiuto 100 anni o meglio, come li definisce l’amministratore delegato Paolo Perego, «i primi 100 anni».
Ieri i festeggiamenti con il “Family Day”, presenti i dipendenti con le loro famiglie, tutto “griffato” all’insegna dell’anniversario. Il 27 maggio invece è previsto il riconoscimento da parte dell’Univa in occasione dell’Assemblea generale a MalpensaFiere. Perego sottolinea che «festeggiare 100 anni è un bel traguardo e, dato non trascurabile, lo facciamo in ottima salute».
Negli stabilimenti di Gallarate e Vergiate, con gli ultimi nuovi 20 assunti, a tempo indeterminato, lavorano già 370 collaboratori, che dovrebbero salire a 380 entro fine anno. «Noi siamo una famiglia che, a livello mondiale, con sedi anche negli Usa, nei Paesi Bassi, in Belgio e Vietnam, conta circa 840 dipendenti. Una multinazionale con il cuore italiano, a Gallarate», rimarca Perego. «Irca spa vuole crescere e ha già deciso come farlo. Il piano industriale, nei prossimi 24-30 mesi, prevede investimenti per oltre 20 milioni di euro in cioccolato, gelati, pasticceria e panificazione», aggiunge l’amministratore delegato.
Azienda leader nella lavorazione e produzione della crema di nocciole, che si chiama “nocciolata”, Irca acquista camionate di nocciole, le seleziona e lavora. Dalle sue linee produttive escono, ogni anno, 110mila tonnellate di prodotti. «E tutti di altissima e verificatissima qualità», puntualizza Perego. La crescita cui punta l’azienda passa per gli investimenti, nuove linee o aumento delle esistenti, aumentando la già ricca gamma di prodotti, gli oltre 400 grossisti e distributori nel mondo suddivisi in oltre 90 Paesi.
Obiettivo è continuare a far crescere il fatturato, passato da circa 250 milioni del 2017 a 316,4 nel 2018. «A sostenere la nostra crescita è l’estero, dove aumentiamo più che in Italia, grazie anche alla nostra attenzione ai vari “taste” (gusti), nel mondo, perché il pistacchio piace in un modo in Italia, in un altro negli Usa», afferma Perego.
Su questo fronte sono in corso alcuni progetti per incontrare i gusti dei consumatori. Come si lavora al mercato per il gluten free o senza allergeni.
Il motivo del maggiore segno positivo all’estero è anche burocratico. E Perego si toglie un sassolino dalla scarpa ricordando che «negli Usa abbiamo chiesto di realizzare un impianto e lo abbiamo fatto nei tempi in cui, in Italia, abbiamo solo chiesto i permessi per crescere a Vergiate». Trend positivo anche a livello occupazionale. «Entrano in diversi e tutti a tempo indeterminato, si formano nelle nostre Academy e non se ne vanno. Le dimissioni si contano sulle dita di una mano, il tasso di rotazione basso e, da noi, “Quota 100”, non ha praticamente alcun appeal», conclude Perego. La società gallaratese ha un’idea fissa: aumentare il peso nel mondo. E per realizzare il progetto il primo pilastro sono i dipendenti, considerati parte della famiglia.
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