L’ARRESTO
Gallarate, minacce alla ex incinta
La ragazza lo aveva lasciato ad aprile

«Ve la faccio pagare a tutti, non fatemi uscire di testa, la bambina è mia figlia e io ci devo essere, ti taglio la testa»: si è accapponata la pelle a tutti leggendo quei messaggi. Perché la destinataria era una giovane incinta di qualche mese e il mittente l’ex fidanzato che non si rassegnava alla rottura della loro relazione. E se ci fosse anche solo una possibilità che i crimini generino emulazione, bisognava fare di tutto per evitare quel che accadde pochi giorni prima a Giulia Tramontano.
Lo stalker trentaduenne venerdì è stato arrestato dai carabinieri. Ieri mattina, lunedì 19 giugno, è stato interrogato dal gip Stefano Colombo e ha cercato di ridimensionare la gravità delle sue condotte: «Volevo vederla perché è incinta di mia figlia e siccome non rispondeva alle chiamate mi arrabbiavo », ha spiegato. La loro storia era iniziata ad agosto 2022, lo scorso aprile - dopo sette mesi di convivenza nell’abitazione di lei - la ragazza decise di lasciarlo perché geloso fino allo sfinimento. Le controllava continuamente il cellulare, la chiamava in ufficio per essere certo che fosse al lavoro, era ossessionato dagli accessi di whatsapp, le faceva trenta telefonate all’ora. Una morbosità cresciuta da dicembre, da quando cioè la giovane aveva annunciato di aspettare un figlio. In un primo momento l’indagato - che ha già una condanna per maltrattamenti in famiglia - sembrava aver accettato civilmente la rottura di quel rapporto, era anzi andato a prendere tutto ciò che aveva lasciato nell’appartamento di lei senza dare segni di squilibrio.
L’INIZIO DELL’INCUBO
Qualche giorno più tardi però iniziò a tormentare lei e tutta la sua famiglia. «Vi ammazzo tutti, la bambina ha finito di vivere» diceva ai fratelli della ex. «Se la trovo in giro risolvo la questione a modo mio, sarà la fine per lei e per la bambina che ha in grembo». La madre del trentaduenne ha raccontato un episodio inquietante: a maggio le avrebbe chiesto senza successo del denaro, avrebbe iniziato a sferrare pugni contro i mobili e prima di andarsene avrebbe preso un martello dicendo che sarebbe andato a Gallarate dalla ex.
LA RICHIESTA DI AIUTO
La ragazza si rivolse quindi ai carabinieri ma quando lo venne a sapere il trentaduenne non fece che aumentare il bombardamento psicologico a tutte le ore del giorno e della notte, tanto che la vittima non usciva nemmeno più di casa.
Il rischio che il suo comportamento potesse degenerare era insomma troppo elevato, così il pubblico ministero Massimo De Filippo ha chiesto l’applicazione della custodia cautelare in carcere. Alternative per garantire l’incolumità della ex compagna non sembrano essercene: i divieti di avvicinamento spesso non hanno l’efficacia deterrente per cui sono stati introdotti, i domiciliari dalla madre sarebbero inopportuni alla luce della condanna incassata nel 2017, quindi almeno per ora lo stalker dovrà restare incella a Busto Arsizio.
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