FINANZA
Truffa dei videogame: due arresti
Due imprenditori gallaratesi in manette (uno ai domiciliari), beni sequestrati per un valore di 4 milioni di euro

Beni sequestrati per un valore di quattro milioni di euro, due imprenditori arrestati (uno è in carcere e l’altro ai domiciliari) per bancarotta fraudolenta e truffa: è l’esito dell’operazione Game Over della Guardia di Finanza.
I due arrestati sono accusati di aver distratto da alcune società circa quattro milioni di euro, svuotando i magazzini di centinaia negozi della catena “Open Games” che rivendevano consolle e videogiochi in tutta Italia, materiale che poi rivendevano sottocosto online, dopo aver costituito nuove società ad hoc.
L’operazione, coordinata dal procuratore aggiunto di Busto Arsizio Giuseppe D’Amico, ha portato le fiamme gialle gallaratesi ad accertare un’evasione di Iva pari a due milioni di euro, 200 mila euro di ritenute non versate e un’evasione fiscale di circa 20 milioni di euro. Ai due arrestati sono stati sequestrati 4 milioni di euro tra immobili e denaro.
I due, l’uno amministratore di fatto e l’altro di diritto della società coinvolte nella frode, oltre ad essere accusati di aver sottratto quattro milioni di euro di beni dalle società che gestivano, portandole al fallimento, sono anche indagati per truffa ai danni di negozi del franchising “Open Games”, con i quali avevano un contratto per la fornitura di consolle e videogiochi. I due avrebbero inviato agli affiliati del marchio fatture per la vendita di consolle o videogiochi, protestando per il mancato pagamento, quando la merce non era mai stata ordinata. Documenti alla mano, sarebbero riusciti ad incassare circa 80 mila euro, forti delle fideiussioni previste per contratto. Successivamente, quelle consolle e videogiochi fittiziamente venduti, sono divenuti oggetto di false fatturazioni emesse dalle cinque società riferibili ai due indagati, poi fatte fallire, simulando che i loro magazzini fossero stati svuotati. La merce sarebbe poi stata rivenduta in parte in nero online e in parte tramite una srl neo costituita “di facciata”.
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