L’IPOTESI
Gallarate, partner privati per salvare il centro disabili
Il Comune conferma l’intenzione di non investire più sulla struttura ma apre al partenariato

Centro diurno disabili a Gallarate, il Comune conferma l’intenzione di non investire più sulla struttura di via Canova ma apre all’ipotesi partnerariato pubblico-privato. Tra le possibilità quella di investire sulla sede dell’ex materna di via San Giorgio, sempre a Cedrate. «Quale senso avrebbe rinnovare una convenzione molto onerosa in uno spazio non attrattivo?», ha detto l’assessore ai Servizi sociali, Chiara Allai, nel corso della seduta di consiglio comunale nella quale questa sera, lunedì 27 novembre, l’assemblea civica è stata chiamata a votare le variazioni di bilancio che contemplano il taglio dei fondi per il cdd a partire dal 2025. Sempre la delegata di giunta ha lasciato aperta la porta per l’eventuale attivazione di un partenariato per la predisposizione di un altro spazio.
In sala consiliare per assistere alla discussione erano presenti alcuni operatori che lavorano nella struttura che oggi accoglie undici persone con disabilità grave e gravissima. Con loro anche l’ex assessore ai Servizi sociali ed ex leghista Roberto Bongini, che da tempo fa volontariato in via Canova e che nei giorni scorsi si è speso per evitare la chiusura del centro.
“Abbiamo del tempo per valutare scelte differenti. Non si dica che questa amministrazione non è attenta alla problematica perché il Comune segue, oltre agli undici disabili nella struttura cittadina, altre quaranta persone circa in altri centri”, ha difeso la posizione dell’amministrazione il leghista Stefano Deligios. Eppure la questione agita la maggioranza di centrodestra. “Sì tecnico”, ha detto Calogero Ceraldi di Forza Italia, ma gli azzurri hanno già messo in chiaro di essere contrari alla chiusura del cdd.
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