IL CASO
Picchia la mamma con la zuccheriera
Un uomo di 52 anni di Gallarate è stato prima allontanato e poi arrestato. Lui si è difeso: «Non le ho mai fatto del male»

Nemmeno il tempo di notificargli il divieto di avvicinamento alla madre che già l’aveva violato. A quanto pare il cinquantaduenne non aveva ben compreso il senso di quel provvedimento. Secondo gli inquirenti non era abbastanza lucido per capire: l’uomo avrebbe seri problemi da dipendenza etilica anche se ieri, davanti al giudice, ha sostenuto di essere astinente da un anno. Sta di fatto che sabato 3 agosto, i carabinieri avevano eseguito l’ordinanza restrittiva chiesta dal pubblico ministero Flavia Salvatore ed emessa dal gip Piera Bossi: l’accusa è di maltrattamenti in famiglia, ossia nei confronti della mamma ottantaseienne. A quanto pare gli episodi più gravi sarebbero accaduti nell’ultimo anno, quello che avrebbe spinto l’anziana a chiedere aiuto all’altro figlio, risalirebbe a una decina di giorni fa: in preda a uno dei suoi tanti sfoghi di rabbia avrebbe scagliato una zuccheriera in faccia alla donna. Nessuna grave conseguenza, ma certo non dev’essere piacevole e neppure salutare subire violenze a quell’età. Il primogenito quindi ha prelevato la mamma dall’abitazione in cui viveva con il fratello, l’ha accompagnata dai carabinieri di Sesto e dopo la denuncia l’ha portata a casa con sé.
Quando il cinquantaduenne si è trovato la pattuglia davanti alla porta è rimasto stupito: innanzitutto perché non ritiene di aver mai fatto del male alla madre e poi perché da giorni la pensionata non era più lì. Preso atto del divieto di avvicinamento ha rifiutato l’applicazione del braccialetto elettronico (che non si può imporre senza il consenso della persona sottoposta a sorveglianza) e, l’indomani, si è fatto trovare a pochi metri dall’ingresso (a quanto pare stava andando a recuperare gli effetti personali). Da qui l’arresto in flagranza di violazione del provvedimento, disposto dal pubblico ministero Nadia Calcaterra. Ieri, assistito dall’avvocato Maria Cristina Marrapodi, l’uomo è comparso davanti al giudice Marco Montanari per il processo direttissimo, subito patteggiato a quattro mesi. Pochi minuti dopo ha affrontato l’interrogatorio di garanzia con il gip Bossi: il cinquantaduenne ha spiegato di aver perso il lavoro da quattro anni e di essersi separato dalla moglie, motivi per cui è tornato a vivere con la mamma. «Non siamo mai andati d’accordo ma certo non le alzo le mani né la maltratto», si è difeso. «È mio fratello che vuole dividerci». Compresa la delicatezza della sua posizione ha accettato il braccialetto elettronico. Oltre all’allontanamento dall’anziana gli è stato aggiunto il divieto di dimora. «Chiederò ospitalità a qualche amico oppure alla mia ex moglie», ha assicurato al giudice.
«Ancora una volta devo constatare l’equilibrio e la competenza dei magistrati di Busto che sanno come trattare queste situazioni», ha commentato l’avvocato Marrapodi.
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