DAL GIUDICE
Gallarate, rissa per una donna
Processo per direttissima: i ragazzi imputati tornano in libertà. Sentenza a novembre

Liberi entrambi i ragazzi arrestati sabato notte, 23 ottobre, per resistenza a pubblico ufficiale: ieri mattina, lunedì 25 ottobre - difesi di fiducia dall’avvocato Gianluca Fontana - sono comparsi davanti al giudice Daniela Frattini per il processo direttissimo disposto dal pubblico ministero Nadia Calcaterra e hanno fornito la loro versione della nottata trascorsa davanti al Glow, negando di aver aggredito le forze dell’ordine.
Ma ammettendo di aver partecipato a una rissa iniziata con una serie di insulti e di minacce all’interno del locale e conclusa all’esterno tra una decina di ventenni. «Abbiamo iniziato a discutere perché alcuni ci provavano con la mia ragazza, così abbiamo litigato. Poi quando siamo usciti ci siamo trovati tutti addosso». Dopo i primi schiaffi i gruppi contrapposti sembravano essersi calmati ma mentre si dirigevano verso le macchina parcheggiate davanti all’outlet di pasticceria è arrivata una Bmw da cui sono scesi i rinforzi e la zuffa si è riaccesa.
Ed è durata qualche minuto, il tempo sufficiente per allarmare il vicinato - anche se in quella zona industriale di viale Milano ci sono solo capannoni e attività commerciali - e far accorrere i carabinieri.
I ragazzi hanno cercato allora di dileguarsi per non essere identificati, qualcuno perché troppo ubriaco per guidare, qualcun altro perché magari aveva stupefacenti in tasca, altri perché avrebbero potuto essere accusati di rissa.
Chi non è riuscito a scappare avrebbe alzato le mani addosso ai militari, motivo per cui è stato richiesto l’intervento della polizia. In commissariato sono stati portati il ventitreenne e il ventiduenne che, dopo aver creato scompiglio anche in via Ragazzi del ‘99, sono stati arrestati d’intesa con il pm Calcaterra che oltre alla convalida aveva chiesto anche gli arresti domiciliari.
Ma il giudice Fratttini ha ritenuto di non disporre alcuna misura: i due sono incensurati, vivono in famiglia, lavorano come operai dunque il pericolo di fuga - circostanza che giustifica la custodia - insomma non c’è.
L’avvocato Gianluca Fontana ha chiesto i termini a difesa preannunciando l’intenzione di scegliere un rito alternativo, previo risarcimento del danno. Ai carabinieri feriti sono stati riconosciuti tre giorni di prognosi per contusione, artropatia al ginocchio e altri disturbi delle articolazioni.
Il giovane sul quale gli amici stavano infierendo deciderà se sporgere querela. La procura valuterà se procedere anche per il reato di rissa.
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