MANETTE
Sangue sotto i portici: arrestato
Chiusa l’indagine sull’accoltellamento del 17 luglio di fronte alla stazione
Arrestato a quasi quattro mesi dai fatti l’autore dell’aggressione in Piazza Giovanni XXIII, proprio all’ingresso della stazione ferroviaria.
Nelle prime ore di questa mattina, sabato 9 novembre, i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Gallarate hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del cittadino marocchino di 39 anni che, il 17 luglio scorso, al termine di una violenta lite scaturita per futili motivi, aveva aggredito un suo connazionale con un coccio di bottiglia proprio sotto i portici della stazione, provocandogli una ferita lacero-contusa al collo giudicata guaribile con oltre 40 giorni di prognosi.
E lasciando un’estesa macchia di sangue davanti alla stazione che aveva destato grande scalpore.
Le indagini dei militari, avviate nell’immediatezza, sin dal primo intervento sulla scena del crimine, hanno permesso di ricostruire l’esatta dinamica dell’evento e di identificare con certezza l’autore del reato. Nel corso delle attività investigative – in cui i carabinieri hanno ascoltato tutti i testimoni oculari e hanno analizzato numerose telecamere di video-sorveglianza della zona - è inoltre emerso che l’arrestato si era reso responsabile di svariati piccoli furti ai danni di diversi supermercati di Gallarate, Castellanza, Somma Lombardo e Samarate e di un furto di un telefono cellulare e di un portafoglio ai danni di un altro cittadino marocchino, avvenuto all’interno del bar situato di fronte alla medesima stazione ferroviaria.
Anche in relazione a quest’ultimo episodio era scaturita una lite tra i due connazionali, conclusasi con un’ulteriore aggressione da parte dell’arrestato che, sempre con un coccio di bottiglia, aveva provocato alla vittima - che voleva restituiti gli effetti personali illecitamente sottratti - una ferita da taglio sulla schiena giudicata guaribile con 22 giorni di prognosi.
A tradire l’extra-comunitario, già noto ai militari – che in precedenti occasioni lo avevano denunciato per simili reati – sono stati i tre puntini neri che aveva tatuati all’altezza degli zigomi, elemento che ha contribuito alla sua identificazione certa. L’indagato è ora trattenuto nel carcere di Busto Arsizio a disposizione della locale Procura della Repubblica.
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