LA VERTENZA
Sinti divisi. Ma non mollano
Restano due famiglie in via Lazzaretto. Gli altri aderiscono al bando per la casa popolare

Restano due famiglie dei sinti in via Lazzaretto. E non vogliono mollare.
Pino Saccone, il rappresentante dell’ala dura ribadisce: «Da qui non ci muoviamo».
Ieri, giovedì 19 settembre, però uno dei componenti della comunità con moglie e figli se n’è andato.
«L’hanno fatto spaventare», sottolinea Pino. Che invece attende l’arrivo di Dijana Pavlovic, attivista per i diritti dei nomadi.
«Continueremo la lotta insieme a lei perché sono mesi che subiamo ingiustizie».
NON CI HANNO ASCOLTATO
Ma la comunità sinti gallaratese si è divisa sull’occupazione di via Lazzaretto. La gran parte delle famiglie non ha aderito. Fa il punto Pietro Romano, il loro legale, in cui però non si riconoscono più quelli che hanno occupato l’area in fondo alla strada sterrata che s’inoltra nella boscaglia a fianco dell’autostrada e anzi dicono: «Non deve parlare di noi».
«Trentatrè famiglie sinti - spiega invece Romano - hanno aderito al bando telematico per le case popolari. E ora sono preoccupati di questa azione di forza perché rischia di mettere in difficoltà anche loro. Per questo avevamo consigliato di non agire in questo modo. Ma non ci hanno ascoltato».
Dunque, il fronte è spaccato ma ciò non significa, per Romano, dare partita vinta al sindaco Andrea Cassani. Tutt’altro.
LA STESSA VIRULENZA
L’avvocato parte con un pesante attacco politico.
«Invece di accanirsi coi sinti, il primo cittadino usi la stessa virulenza con Caianiello, Petrone e Bilardo dopo che ha buttato al vento 350mila euro per la variante al Pgt che è stata ritirata».
Per giunta, con questa mossa, «vige il precedente documento urbanistico in cui è prevista l’area attrezzata in via Lazzaretto».
La questione si complica se si considera che, tra costi dello sgombero, soggiorno alberghiero e tutto il resto il Comune ha speso un sacco di soldi che non potrà mai recuperare «perché i sinti sono nullatenenti».
UN BRUTTO SPETTACOLO
Nel frattempo le forze dell’ordine tengono alta l’attenzione sull’area.
D’ufficio scatterà la denuncia per occupazione di terreno pubblico, mentre sempre ieri la polizia locale ha fatto visita ai sinti per valutare la praticabilità delle strade d’accesso ed è andato pure il segretario generale del Comune Riccardo Nobile.
«Non ci intimoriscono», va ripetendo Saccone, mentre ieri è arrivato al campo anche il capostipite della comunità sinti gallaratese, cioè Vitaliano Ferrari, per tutti Il Mucci. Lui che vive a Gallarate da quando aveva pochi mesi non si sarebbe mai aspettato di arrivare a 84 anni per assistere a questo bruttissimo spettacolo.
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