SOS ASFALTO
Gallarate, slalom in carrozzella fra le buche in ospedale
Chi va in Sala Gessi rischia di cadere: possibile?

Si può scegliere con il rivestimento in similpelle di colore grigio ma anche d’un rosso vivo e, per la gioia dei modaioli, c’è addirittura in giallo, che è poi di tendenza quest’anno. Per quanto gradevoli dal punto di vista cromatico, le sedie a rotelle messe a disposizione dei pazienti in attesa del turno al Pronto soccorso, o che devono raggiungere il reparto di Ortopedia, al secondo piano del Padiglione Polichirurgico, possono però trasformarsi in una pericolosa esperienza per l’incolumità di chi le usa. Nel senso che le ruote seguono criteri di spostamento difficilmente controllabili, come quando al supermercato ci capita proprio quel carrello difettoso e cigolante che arranca solo in direzioni oblique. Sedersi su una delle carrozzine del Sant’Antonio Abate è dunque una prova di coraggio per soggetti fragili come anziani e disabili e per chi è ingessato o amputato, mentre l’accompagnatore che spinge questi trabiccoli d’antiquariato è chiamato a una vera e propria prova di forza muscolare. Tutti soldi risparmiati in palestra, diciamo.
Logico chiedersi per quale motivo l’Asst Valle Olona non riservi nel suo bilancio annuale una piccola somma destinata all’acquisto di carrozzine più maneggevoli (ad alcune mancano perfino i predellini). Mancano i soldi o, più semplicemente, la capacità di distinguere fra la dignità e l’incuria? Una risposta si può leggere proprio fra le pieghe dell’asfalto del “circuito” ospedaliero, subito dopo l’ingresso principale di via Bonomi, dove si affacciano il Padiglione Riabilitazione e quello Polichirurgico e il Pronto soccorso. Una sorta di “Triangolo delle Bermuda” in versione ospedaliera, dentro il quale si concentra il maggior afflusso di utenti con difficoltà di deambulazione ma anche il peggiore stato di conservazione dei percorsi a loro dedicati. L’ultima asfaltatura risale alla notte dei tempi, a giudicare dalle crepe, dalle buche e dai tombini smarginati che s’incontrano lungo il corridoio esterno che conduce alla Guardia Medica, Radiologia d’Urgenza, Anestesia e Rianimazione e alla Sala Gessi.
Il grande cartello che sovrasta la porta d’ingresso a tutti questi servizi è un invito all’ironia soprattutto dei pazienti ortopedici, anche se non c’è proprio niente da ridere: a causa dell’asfalto dissestato le già sgangherate rotelle della carrozzina rischiano di bloccarsi ad ogni metro, con il rischio che il paziente sobbalzi dalla seduta grigia-rossa o gialla e cada. Non essendo in dotazione le cinture di sicurezza, la prudenza (di chi spinge) è d’obbligo.
Non che la situazione migliori all’ingresso pedonale del Pronto soccorso: la sedia a rotelle incespica prima sulla muratura rabberciata intorno a una canaletta di scolo e poi sul cordolo della pavimentazione leggermente rialzata (dell’ingresso). Una missione impossibile, poi, spingere in entrata o in uscita la sedia a rotelle senza schiantarsi contro i quattro battenti delle due porte a vetri che creano un pre-ingresso alla sala d’attesa di mezzo metro quadrato. Intrappolamento garantito. Fra un ostacolo e l’altro, tutte le strade dell’ospedale di Gallarate sembrano portare verso un traguardo altrettanto tortuoso: trascurare la manutenzione del Sant’Antonio Abate in vista del futuro, ancora sulla carta, ospedale unico al confine con Busto Arsizio. A questo punto, non resta che appellarsi al buon cuore di qualche costruttore: fra un superbonus edile e l’altro ci sarà pur spazio per una buona azione.
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