L'ALLARME
Gatti vittime dei satanisti
La zona del Panperduto sarebbe teatro abituale di riti e sacrifici

Bellissime pantere in miniatura, coccoloni ma indipendenti, affettuosi ma gelosi della propria libertà. Una storia controversa, quella dei gatti, soprattutto se neri: divinizzati (la dea Bastet aveva sembianze feline) dagli antichi egizi, rispettato dall’Islam come animale prediletto dal profeta Mohamed (si narra che, giunto a un pozzo nel deserto assieme a un gatto, abbia lasciato che a dissetarsi per primo fosse il quadrupede), ma anche perseguitato nel Medioevo in quanto ritenuto incarnazione di Satana o "medium" delle streghe per compiere i loro malefici. Superstizioni che - benchè recenti statistiche abbiamo decretato il "sorpasso" sui cani, nel gradimento degli italiani, come animali da compagnia - sopravvivono ancora: in forma "benigna" (c’è chi farà di tutto per non farsi attraversare la via da un gatto neo) o perniciosa, come dimostra l’allarme lanciato dall’Aidaa, secondo la quale sarebbe in atto una vera e propria strage di gatti neri ad opera di sette sataniche, che li utilizzerebbero come vittime sacrificali nei loro macabri rituali.
E, fra le aree del territorio italiano dove si verificherebbe la preoccupante concomitanza di numerose e misteriose sparizioni di gatti neri e ritrovamenti di resti e tracce che fanno inequivocabilmente pensare alla celebrazione di messe nere, c’è proprio il Basso Varesotto e, in particolare, l’asse Busto Arsizio-Gallarate, con "epicentro" nei boschi nella zona del Panperduto, nel territorio di Somma Lombardo. Sì, proprio quelle stradine e quei boschi che fecero da sfondo alle macabre imprese delle "Bestie di Satana".
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