L’APPELLO
«Incuria e fiamme nell’ex oratorio»
Abbandonato all’incuria da mezzo secolo, ora è in vendita. Molti gaviratesi chiedono di salvarlo
Il tetto del vecchio oratorio di Gavirate, inutilizzato da cinquant’anni nei pressi della stazione, è stato attaccato dalle fiamme, che ora hanno lasciato un vuoto nella copertura.
Si tratta di una costruzione ormai fatiscente, regno di bisce e topi, circondata da sterpaglie e rifiuti.
Di proprietà della chiesa, è stato di recente messo in vendita. Solo la scritta, che a fatica si legge sulla facciata, “Scuola di dottrina cristiana”, ne ricorda la funzione.
Ma mentre l’edificio ora è lasciato a se stesso, per le generazioni di giovani che l’hanno frequentato lungo i decenni è una memoria viva. E per questo non condividono la scelta di averlo abbandonato. Se ne fa interprete Luigi Roberto Barion, giornalista e appassionato di problemi locali, che ha vissuto in prima persona la vita animata al suo interno, condividendone i valori e ricevendo insegnamenti di vita dai sacerdoti.
«Solo ora è stato posto in vendita - spiega - dopo dieci lustri in cui è stato lasciato a se stesso, a seguito della costruzione di quello attuale, in via Marconi. In noi che lo abbiamo frequentato c’è tanto rammarico perché, mentre lo vedevamo a mano a mano deperire, ci chiedevamo, considerato che era stato edificato con le offerte dei parrocchiani, quanto bene avrebbe potuto continuare a dare in questo tempo, accogliendo i bisognosi con attività caritative e sociali. In tanti si sono chiesti il perché della scelta di questa incuria, ma nessuno apertamente ha dissentito dimenticando che la Sacra Inquisizione non esiste più! A suo tempo ho scritto all’arcivescovo di Milano, Angelo Scola, protestando, ma ho avuto solo una “curiale” risposta asettica. Ma almeno ho gridato il mio disappunto con serenità».
Il vecchio oratorio, costruito per volontà dell’allora prevosto don Vittorio Brunetti, fu inaugurato l’8 settembre 1910, dapprima come salone teatro, successivamente come cinematografo. Per i ragazzi era a disposizione una piccola biblioteca. Al suo interno, durante l’ultimo conflitto, erano stati apposti i nomi dei combattenti posti sotto la protezione di San Luigi.
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