IL CASO
Acqua, il conto è salato
Rincari in bolletta: a Gavirate dopo il cambio di gestione più 49 per cento
Champagne? No, acqua dal rubinetto, liscia, non fredda e neppure delle migliori.
Potabile, bevibile, ma a caro prezzo.
Nelle abitazioni di Gavirate il conto per l’approvvigionamento idrico, inclusi i costi di distribuzione, di depurazione e di manutenzione degli impianti e delle reti fognarie, si è fatto pesante: un rincaro medio del 49 per cento in poco più di due anni. Non tantissimo, in valore assoluto, nei bilanci delle famiglie.
Eppure la tendenza a un aumento progressivo del totale in bolletta preoccupa. E il problema, esaurita la fase della sorpresa, del disappunto e delle lamentele individuali, ha assunto negli ultimi giorni una dimensione pubblica, coinvolgendo i gestori del servizio, l’Amministrazione comunale e anche i consiglieri regionali e i parlamentari eletti nell’area varesina.
Tutti hanno ricevuto una lettera, tanto garbata quanto dettagliata. In fondo al foglio la firma di un utente, Antonio La Rosa, che si è fatto interprete di un sentimento diffuso: «Con questo trend di incrementi tariffari, l’acqua da bene pubblico primario rischia di trasformarsi in un bene economico di lusso».
Le cifre? Il calcolo è stato elaborato partendo dalle quote applicate nel 2017, quando il servizio idrico era ancora gestito, per conto del Comune, dalla società Metanifera di Gavirate. Allora, per una fascia di consumi al di sotto dei 70 metri cubi l’anno, si spendevano 0,10 euro al metro cubo per il servizio di acquedotto, 0,108 euro, sempre al metro cubo, per la fognatura, 0,319 per la depurazione, più 1,482 euro l’anno di contributo fisso.
Con il cambio di gestione e l’applicazione dei nuovi listini, oggi si pagano rispettivamente 0,16; 0,17; 0,46 e 2,03 euro.
«Mediamente il 49 per cento in più rispetto a prima» argomenta La Rosa.
Che aggiunge: «A questo punto è lecito chiedersi quale sia stato vantaggio il vantaggio per i cittadini del conferimento ad Alfa. Quali le economie di scala, quali le novità e i miglioramenti».
La domanda è scivolata sulle scrivanie del sindaco Silvana Alberio, dell’assessore al bilancio Fabio Bramaschi, del presidente di Alfa Paolo Mazzucchelli, dell’amministratore delegato Beatrice Bova e del primo cittadino di Besozzo Riccardo Del Torchio, che è presidente dell’Ato, l’ambito territoriale ottimale, organismo di riferimento per il governo delle risorse idriche su scala sovraccomunale.
Risposte? Un elenco di puntualizzazioni: dal municipio hanno fatto sapere che la decisione di passare ad Alfa è stata formalizzata dalla precedente amministrazione, quando l’attuale maggioranza era all’opposizione. Altri hanno puntualizzato che le tariffe applicate a Gavirate sono comunque tra le più basse a livello territoriale; che Alfa non ha la prerogativa di determinare autonomamente i costi a carico dell’utenza; che la manutenzione delle reti idriche e la depurazione ha subìto a sua volta rincari importanti.
Tutto vero - la replica -, ma perché nessuno ha mai sentito il dovere di spiegarlo apertamente a chi deve pagare il conto? Magari anche poche righe di motivazioni e chiarimenti, su un foglietto allegato alla bolletta.
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