LO SFOGO
«Sei solo un parassita». Lettera al truffatore
La figlia scrive alla persona che ha raggirato i genitori: ti auguro di diventare vecchio e bisognoso

Il più vile degli espedienti: la truffa agli anziani, che restano scioccati e demoralizzati per non avere capito le intenzioni del malintenzionato di turno. Tanti i possibili modi di reagire sia di chi subisce l’affronto sia dei parenti: una donna di Ternate, figlia di una coppia raggirata, ha deciso di scrivere direttamente all’autore della truffa attraverso le colonne dle nostro giornale. Ecco il testo integrale della lettera:
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«Tramite La Prealpina, desidero rivolgermi direttamente a lei, al giovane che ieri - martedì 27, ndr - ha attuato una truffa subdola e vigliacca ai danni dei miei anziani genitori. Scrivo non già nella speranza che Lei legga queste righe: non che non ne abbia la capacità (capacità che, tra l'altro, ha acquisito intorno ai sei anni grazie a una legge di quello Stato di cui oggi si fa beffe...) ma perché immagino che il suo sforzo di lettura si limiti ai messaggi sul cellulare o a qualche stupido post su qualche inutile social. Scrivere potrà forse servire a me, per tentare di capire e soprattutto per fare decantare la rabbia.
Confesso che ieri ho coltivato pensieri di vendetta, da attuare con metodi probabilmente illegali e sicuramente moralmente discutibili. Ma ora, a mente più lucida, mi sono detta: «Che cosa posso augurare di peggio a un essere umano dimostratosi miserevole, abbietto e vigliacco? Cosa c'è di peggio che vivere ogni istante della propria esistenza sapendo di poterlo fare grazie e a costo della sofferenza altrui? Lei, signor truffatore, si è dato da solo la sua condanna e la sua pena: essere considerato dalla maggior parte degli esseri umani, categoria cui dovrebbe appartanere, e quindi dai suoi consimili, un parassita dannoso e pericoloso, un rifiuto da evitare, un essere ripugnante da cui stare alla larga il più possibile.
Nella improbabile ipotesi che venga fermato dalle forze dell'ordine, la mia ingenua e utopica visione del mondo vorrebbe che Lei venisse destinato non già al carcere, ma all’assitenza e all’aiuto di quegli anziani che ha sfruttato e ingannato. Mi creda, ne ricaverebbe insegnamenti ben più preziosi dei pochi monili rubati che ora ha in tasca.
Non le auguro nessun male: le auguro di vivere a lungo, tanto a lungo da sperimentare la fragilità e la debolezza di cui ha approfittato, le auguro di diventare anziano e bisognoso di quella solidarietà che imparerà a riconoscere e che ora è quanto di più lontano dal suo orizzonte».
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