LA TRAGEDIA
«Diteci cos’è successo»
Frontaliere morto in Ticino, indagini ferme: la famiglia di Predolini lancia un appello
È passato oramai oltre un mese e mezzo dalla morte di Vincenzo Giuliano Predolini, operaio 44enne di Gemonio che lo scorso 11 febbraio ha perso la vita in un incidente avvenuto sul posto di lavoro, l’azienda Trasfor di Molinazzo di Monteggio, ad un chilometro dal valico di Cremenaga.
I familiari ieri, lunedì 30 marzo, per il tramite dello Studio 3A di Venezia, società specializzata nel risarcimento danni in ogni tipologia di sinistro e nella tutela dei diritti dei cittadini, tornano a far sentire la loro voce.
Spiegando che da quel giorno non si è saputo più nulla rispetto alla procedura sulla dinamica, sulle indagini e sul relativo procedimento penale che, di solito per casi come questi, viene aperto. Vanno accertate responsabilità, possibili malfunzionamenti del macchinario se ve ne sono stati: insomma, c’è tutto un lavoro di inchiesta da svolgere.
Naturalmente, hanno spiegato i componenti del pool di esperti di Venezia, la famiglia è assolutamente consapevole del momento incredibile di emergenza a causa del coronavirus, della totale chiusura di studi legali e di attività pubbliche oltre frontiera, non solo in Italia e ne comprende le ragioni.
Ciò nondimeno confidano che, passato questo periodo, si possa in maniera celere capire cosa sia accaduto quell’11 febbraio.
«Predolini - spiegano i tecnici che hanno in mano la pratica per la famiglia - che lavorava da molti anni per la Trasfor, grossa azienda operante nella produzione di trasformatori, e che ha lasciato anche una figlia di 12 anni e un piccolo di neanche due anni, poco prima delle 15.30 stava operando su un macchinario per la piegatura delle barre. All’improvviso, si suppone per un mal funzionamento dello stesso, si sarebbe staccata la paratia di sicurezza che lo ha colpito come un proiettile in pieno petto».
Trasportato in elisoccorso all’ospedale regionale di Lugano, il lavoratore è giunto in condizioni ormai disperate, è spirato in serata a causa del gravissimo trauma toracico e addominale “ad alta energia”, con lesioni interne fatali”.
Studio3A si è quindi attivato per recuperare tutta la documentazione, mentre sul fronte penale sta lavorando di concerto - questa è la prassi obbligatoria - con un avvocato con studio legale nel Canton Ticino, anche per avviare tutte le pratiche di indennizzo.
Il frontaliere ha lasciato una famiglia della quale era la fonte di sostentamento principale.
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