DOPO I NUBIFRAGI
«Sommersi dai debiti»
Ecco le case senza tetto di Gerenzano. Risarcimenti? Zero

Ha piovuto a dirotto per giorni, a Gerenzano anche nelle case. I teloni posizionati sui tetti, in attesa di sostituire le tegole distrutte dalla grandine, non possono fare miracoli: imbarcano acqua che poi precipita nelle abitazioni, bagnando mobili e, nei casi più gravi, allagando le stanze. Per questo in paese è scattata una corsa contro il tempo: è tutto un fiorire di cantieri per sostituire o riparare i tetti a pezzi - salvo chi non può permettersi decine di migliaia di euro di spesa imprevista - nella speranza che prima o poi non si metta anche a nevicare.
DANNI E DISAGI
Ovunque vai, ovunque guardi, ci sono tetti squarciati coperti da teli e ponteggi. Il comune del Varesotto più colpito dalle grandinate di luglio è in ginocchio ma, piano piano, sta risollevandosi, fra disagi e costi di riparazione che sono un salasso per i bilanci familiari. Il ricordo di quanto successo tre mesi fa è un incubo che rimarrà indelebile: «Io e mia figlia siamo usciti per riparare con qualche telo la macchina, ma cadevano chicchi talmente grossi che abbiamo rischiato di farci male», racconta Renato Alberto Vanzulli, che abita nel cortile di via Fagnani di fronte al bar: «Il lucernario è andato in frantumi, coi vetri e l’acqua che precipitavano in casa. Abbiamo potuto fare poco per le auto, tutte gibollate». Per Vanzulli l’amarezza è doppia: «Dopo la prima grandinata, ho riparato il tetto nei giorni successivi, ma poi ce n’è stata un’altra ed ero punto e a capo». Adesso, spesi migliaia di euro come i vicini di casa del cortile, il tetto è sistemato ma resta forte la paura dell’inverno.
RIMBORSI CHE NON ARRIVANO
C’è chi è più fortunato come Giovanni Ghirimoldi, al quale l’assicurazione ha pagato circa l’80% dei 33mila euro spesi per rimettere tutte le tegole nuove. E c’è chi è stato meno fortunato: «L’assicurazione non mi ha versato un euro di rimborso», sbotta Lino Checchi, che abita in un cortile di via Zaffaroni: «Non sono in condizione di sistemare le vecchie stalle e i magazzini di famiglia, ma per riparare il tetto della casa ho dovuto dare fondo ai miei risparmi da pensionato: 23mila euro». A non dare pace ai gerenzanesi colpiti dalle grandinate è non sapere se arriveranno mai i risarcimenti promessi quando è stato decretato lo stato di calamità: compilare i moduli è molto complesso e i 5mila euro a famiglia che saranno erogati inizialmente vengono considerati «ridicoli». Eppure c’è rassegnazione nell’accettarli (se mai arriveranno) «perché sono meglio di niente».
PARROCCHIA IN GINOCCHIO
In difficoltà non ci sono solo famiglie e aziende, ma anche la parrocchia: «Il tetto del Cineteatro San Filippo Neri è ancora coperto con i teli», riferiscono i volontari: «Al momento non siamo neppure in grado di prendere in considerazione i danni alla chiesa dei Santi Pietro e Paolo, alla chiesetta di San Giacomo, alla casa parrocchiale, alla residenza del vicario, ai garage e all’aula eventi Don Maurizio Pargoletti». Gli interventi, purtroppo, vanno a rilento per l’ingente mole di lavoro che richiedono, ma nonostante questo le attività parrocchiali e oratoriane non si sono fermate. È ricominciato anche il catechismo, per garantire il quale ci si è arrangiati utilizzando tutti gli spazi disponibili: la chiesa, dove sono state collocate due classi, il salone e la sala bar dell’oratorio e l’aula “Don Maurizio Pargoletti”.
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