Giappone
Giappone, diffuso originale discorso della resa di Hirohito
E' la prima volta che questo documento viene reso disponibile

Roma, 1 ago. (askanews) - L'agenzia della Casa imperiale giapponese ha reso oggi disponibile al pubblico l'audio originale dello storico discorso di resa dell'Imperatore Hirohito (nome postumo Showa), nel 70mo anno dalla fine della seconda guerra mondiale. Si tratta di un documento dal valore storico eccezionale ed è la prima volta che gli originali, digitalizzati dall'originaria registrazione su vinile, viene messa a disposizione.
Il discorso fu diffuso il 15 agosto 1945 dalla radio Nhk di stato giapponese. Il modo in cui arrivò agli studi radiofonici è rocambolesco. L'Imperatore scrisse il discorso in un bunker registrò il discorso, ma ufficiali contrari alla resa, che avrebbero voluto combattere fino all'ultimo giapponese contro gli americani che avevano ormai bombardato con l'atomica Hiroshima e Nagasaki, assaltarono il Palazzo e tentarono con la forza di distruggere le registrazioni, che furono portate fuori dal Palazzo con uno stratagemma.
Alla messa in onda della "Gyoku-on hoso" ("Trasmissione della voce-gioiello"), come è conosciuta la storica diffusione radiofonica, il paese si fermò: era la prima volta che la grandissima parte dei giapponesi ascoltava la voce del Tenno, considerato un dio vivente. Tuttavia non furono in molti a capire il senso del discorso: era scritto e pronunciato in un giapponese complesso, arcano ai più.
Il testo accetta la Dichiarazione congiunta di Potsdam, sancendo così la resa giapponese, definendo l'andamento del conflitto "non necessariamente favorevole" al Giappone. In un passo drammatico, fa cenno alle due bombe atomiche lanciate sulle città nipponiche: "...il nemico ha iniziato a usare una nuova e crudelissima bomba, la cui capacità di far danno è, in verità, incalcolabile, e costa innumerevoli vite innocenti". E sostiene che la decisione di arrendersi era dovuta al fatto che una continuazione della lotta avrebbe portato "non solo al crollo e alla cancellazione della nazione giapponese, ma anche alla totale estinzione della civiltà umana".
Showa, tuttavia, mantiene il punto sulle motivazioni che avevano portato il Giappone a dichiarare guerra agli Usa: "Non possiamo che esprimere il nostro più profondo senso di dispiacere per le Nazioni nostre Alleate dell'Asia orientale, che hanno cooperato con l'Impero nell'emancipazione dell'Est Asia".
Dopo il conflitto, si discusse molto se anche Hirohito, come gli uomini del regime militarista nipponico i quali in definitiva avevano agito in suo nome, avrebbe dovuto rispondere in un Tribunale internazionale per crimini di guerra o meno. Tuttavia, la divisione dei rapporti mondiali in due blocchi, che già andava profilandosi, suggerì agli americani di mantenere il Tenno come potente simbolo dell'unità della nazione nipponica, divenuta avamposto del sistema di potere Usa nel Pacifico.
La diffusione degli originali del discorso viene in un momento in cui il primo ministro Shinzo Abe sta lavorando per allargare le possibilità d'utilizzo delle forze di autodifesa, con una "normalizzazione" del Giappone postbellico e con un allargamento delle maglie della Costituzione pacifista - elaborata dagli Americani nell'immediato dopoguerra - che prevede la rinuncia nipponica all'uso della forza. I sondaggi segnalano un'opinione pubblica in maggioranza contraria a questa evoluzione.
In questo dibattito il Tenno - oggi sul Trono del Crisantemo siede figlio di Showa, Akihito - non è direttamente intervenuto né potrebbe essendo vincolato a non partecipare alle dinamiche politiche. Tuttavia alcune dichiarazioni dell'Imperatore hanno fatto pensare a una sua propensione per il mantenimento di un approccio pacifista recepita da diversi analisti.
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