L’INCONTRO
Giorgio Vicentini: per ora

Giorgio Vicentini, per ora, è sempre Giorgio Vicentini. Un turbine di entusiasmo che, a 65 anni, gli fa guardare la pittura e il mondo con gli occhi di un bambino: «Se perdiamo l’entusiasmo finisce tutto», questo dice. «Per ora» è il titolo del suo ultimo lavoro, colori potenti su carta Fabriano, ma è anche un atteggiamento, un modo di porsi alla vita. Come dire: per ora ci sono, eccomi, parliamo. Anche «Appunti di volo», la mostra che sta per inaugurare a Malpensa, rappresenta l’immediatezza e insieme la profondità del momento. L’artista di Induno Olona è così, è uno a cui piace essere presente (mai presenziare) e dire la sua (mai urlare).
Vicentini, lei è molto attivo sui social: ha «postato» anche un disegno per Roger Federer.
«Io sono un adoratore di Twitter, Instagram e Facebook ma non posto mai cose banalmente personali, nemmeno di lavoro: regalo un’idea, un pensiero quando c’è. È un linguaggio veloce, immediato, come un graffio ironico ma mai velenoso. E Federer è enorme, incontenibile».
Ha firmato il logo del Fare per la lista civica Davide Galimberti sindaco di Varese: stanno facendo secondo lei?
«Io mi schiero per amore. Galimberti sta lavorando con entusiasmo sulla liberazione dal lungo dominio della Lega, deve inventare una nuova città e faticherà molto. È presto però per fare bilanci»
Dal 1991, un tempo lunghissimo, lei collabora con il Centro diurno psichiatrico della Fondazione Emilia Bosis di Verdello, Bergamo.
«Mi piace moltissimo lavorare con i miei malati psichici. Lo scorso anno abbiamo inaugurato il Teatro Stalla, dove hanno messo in scena Frankenstein facendo recitare anche gli animali. Lo trovo geniale. Io li ho aiutati con la scenografia».
Questa settimana presenta il progetto di una carta da parati d’autore, fatta con i suoi disegni: che idea dell’arte è la sua?
«L’arte per me è soprattutto dialogo, non si può stare da soli nel proprio studio. E poi mi piace che un mio disegno possa essere fruito anche sotto forma di carta da parati, perché no?».
Come mai, dopo anni di materiali come Polifoil e legno, ha scelto la carta?
«La carta, carta di cotone puro, memorizza tutto, è come una mamma: qualunque segno tu fai resta, non riesci a coprirlo. E questo mi affascina».
Giorgio, ha anche recitato di recente, vero?
«Ho fatto la parte del produttore nel cortometraggio Today is a bad day di Samuele P. Perrotta, un giovane eccezionale. Nel film io gli chiedo: bello il tuo lavoro, ma portami qualcosa di più vendibile. Quando torna da me e io sono pronto a produrlo è lui che dice: no, non mi voglio piegare al mercato. E io, io artista, lo ammiro molto».
«L’arte incontra il design», Giorgio Vicentini dialoga con Luca Thomas Villa e Laura Balduzzi - Giovedì 9 febbraio a Varese, Studio Atelier di Silvana Barbato, via Cavour 44, ore 18.30, ingresso libero.
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