LA RICORRENZA
"Giornalisti, non tagliate l'uomo"
Alla messa del patrono San Francesco di Sales, monito di monsignor Stucchi: siate un raggio di luce
«L'uomo è sempre più grande dei suoi peccati, dei suoi errori. Nel raccontare i fatti, bisogna usare una certa bontà di sguardo, senza confondere il bene con il male, certo, ma riconoscendo sempre la grandezza della persona umana anche negli episodi più negativi».
Con questo monito il vicario episcopale di Varese monsignor Luigi Stucchi si è rivolto ai giornalisti varesini presenti alla celebrazione della messa dedicata ai comunicatori. Una tradizione nel giorno in cui si ricorda San Francesco di Sales, patrono della stampa, che si è rinnovata lunedì 30 gennaio nella cappella dell'Istituto salesiano di Varese. Fra i presenti, l'editore della Prealpina, Daniela Bramati Ferrario con la figlia Paola, il presidente del consiglio di amministrazione Roberto Babini Cattaneo, il direttore Paolo Provenzi, il direttore di Lombardia Oggi e della Prealpina del lunedì Giorgio Minazzi, i redattori e tanti altri colleghi di carta stampata e televisioni locali, da Matteo Inzaghi di Rete 55 a Ezio Motterle del Giorno. La messa è stata concelebrata dal prevosto, monsignor Gilberto Donnini (che ha anche ricordato i giornalisti defunti), dal direttore dei Salesiani Giovanni Battista Bosco e da padre Gianni Teruzzi di Radio Missione Francescana.
Durante l'omelia, monsignor Stucchi, anch'egli pubblicista, ha posto l'accento sulla questione etica e umana, ricollegandosi alla lettura del Buon Pastore.
«Come il Signore conosce le sue pecore, anche noi ogni giorno diciamo "io so", "io conosco", quindi "io scrivo". Ma, pur nella ristrettezza dei tempi, degli spazi e dei criteri di riferimento, dobbiamo chiederci quanto davvero conosciamo con amore, con affetto».
Il vescovo ha poi usato uno stratagemma comunicativo trasformando l'omelia in una conferenza stampa con una breve rassegna dei titoli letti di recente sui quotidiani. Poi, un suggerimento: «Nei vostri giornali e sulle vostre tv dedicate spazio al forum mondiale delle famiglie e anche al fondo solidarietà lavoro della diocesi». Secondo Stucchi, «anche in questa professione così affascinante e difficile non dobbiamo perdere di vista i principi fondanti della nostra vita. Dobbiamo conservare rapporti umani diretti, metterci nei panni degli altri, come Gesù e San Francesco di Sales. Attraverso il giornalismo, può arrivare un raggio di luce verso i fratelli, alimentando la speranza».
Infine, una battuta: «Dopo tutto quello che ho detto, non vi sarà venuta la tentazione tipica del giornalista, quella di tagliare?».
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